Il CNR – Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo ai fini della realizzazione del progetto “Il patrimonio Culturale immateriale nell’educazione terziaria” DUS.AD017.208 CUP: B63C22002250001, intende avvalersi della collaborazione di un esperto di elevata professionalità per lo svolgimento della seguente attività: Attività di ricerca scientifica rivolta allo studio di possibili modelli di engagement culturale e realizzazione di linee guida volte a orientare le iniziative culturali attive nelle comunità e valorizzanti il patrimonio culturale immateriale per offrire la fruizione e l’engagement dei giovani, nonché e ricognizione del pensiero dei giovani.
Competenze richieste:
Esperienza almeno triennale in:
- metodologie innovative di ricerca, engagement e didattica sul patrimonio culturale;
- iniziative di valorizzazione della ricerca.
ovvero possesso del titolo di Dottore di Ricerca attinente all’esperienza richiesta.
Conoscenza delle lingue: inglese
Requisiti del collaboratore:
- Laurea magistrale in Pedagogia (LM 85).
March 1st, 2024
A partire dal 14 marzo (di norma ogni giovedì alle 15) presso la sede dell’IRISS, si terranno i Dialoghi sull’intelligenza artificiale organizzati da Natale Rampazzo nell’ambito del progetto di ricerca Diritto dell’innovazione, in base ad un calendario di prossima pubblicazione sul sito iriss.cnr.it
Si tratta di un’occasione di incontro della ricerca con la società e gli operatori finalizzato, da un lato, alla diffusione della conoscenza e, dall’altro, all’individuazione di criticità applicative dell’intelligenza artificiale.
È un format interdisciplinare e aperto ai contributi che gli interessati vorranno fornire nel rispettivo ambito di attività.
Sono al momento programmati incontri sui seguenti argomenti: analisi del testo del regolamento dell’Unione europea sull’AI, governance di sistemi innovativi, applicazione dell’AI all’ambito assicurativo, impatto sulla società e i diritti umani, etica, copyright e altri diritti di proprietà intellettuale.
Modalità di partecipazione:
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti fino ad esaurimento posti.
È necessario registrarsi all’indirizzo email: n.rampazzo@iriss.cnr.it
È previsto il rilascio di un attestato di frequenza.
Per informazioni contattare:
Natale Rampazzo
Dirigente di ricerca
CNR–IRISS (Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo)
Via G. Sanfelice, n. 8 – 80134 Napoli
n.rampazzo@iriss.cnr.it
February 28th, 2024
The Mission Appeals Tribunal (MAT) is an independent judicial body of second instance, working on non-permanent basis, established within the Allied Joint Force Command Naples – one of three Joint Force Commands in the NATO Command Structure – in order to adjudicate appeals lodged by civilians hired in missions against an Administrative Review decision of the Mission Commander. MAT judicial activities have started on 1 July 2022 and its first two judgments have been released in 2023. MAT convenes annually Plenary sessions with the goal to consider administrative matters and other issues concerning its judicial activity. The first Plenary session of MAT College of Judges has been held on 30-31 January 2023. The second one is scheduled on 7 March 2024 and will be hosted at the premises of the Italian National Research Council (CNR-IRISS) in Via Guglielmo Sanfelice, 8 Naples, Italy. The 2024 MAT Plenary session is the occasion for convening also the first Annual Conference of MAT.
The objective of the Conference is to provide a space for discussion and analysis on some topics concerning MAT functioning, the substantial law it is asked to apply and its Rules of Procedure, as well. The Conference, in particular, will address, on the one side, general issues of International Administrative Law, such as the notion of administrative decision, the role and relevance of administrative tribunals and their case-law, etc. On the other side, the Conference will constitute the occasion for addressing specific issues related to the functions and working methods of the MAT.
The Conference, which will be held in presence and by distance, will bring together distinguished scholars and experts of the field-area such as Agnieszka Milart former UNDT Judge, Dimitrios Raikos, former UNAT Judge, Guido Raimondi Former President, of the European Court of Human Rights. Natale Rampazzo CNR-IRISS director of Research, and Marco Fasciglione CNR-IRISS researcher and MAT Judge, will participate to the Conference.
For further information:
Marco Fasciglione
CNR – Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo
Via G. Sanfelice, n. 8 – 80134 Napoli
m.fasciglione@iriss.cnr.it
February 28th, 2024
Dal 17 al 21 giugno 2024 si svolgerà l’edizione 2024 della Business and Human Rights Summer School.
La Summer school, giunta al suo settimo anno di vita, nasce dalla cooperazione tra il CNR-IRISS con l’Università di Milano, la Wageningen University & Research, e l’associazione HRIC. L’edizione 2024, che si svolgerà presso la Temple University, a Roma fornirà a circa 40 corsisti in presenza ed online (giovani ricercatori, dottorandi, attivisti, avvocati, funzionari d’impresa) e provenienti da tutto il mondo, una conoscenza approfondita del sistema internazionale in materia di impresa e dei diritti umani.
Anche per l’edizione 2024 il programma scientifico sarà caratterizzato da approfondimenti su questioni di stringente attualità come, tra le altre cose, un forum sul processo di adozione di una direttiva europea in materia di due diligence sui diritti umani, un forum in materia di tutela della diversità sui luoghi di lavoro, ed un approfondimento tematico circa l’impatto sui diritti umani derivante dallo sviluppo di tecnologie basate sugli algoritmi e sull’intelligenza artificiale. La cerimonia di apertura si svolgerà presso la ‘Sala del Carroccio’ in Campidoglio, mentre la conferenza conclusiva dedicato alla prospettiva ‘terzomondista’ al movimento su impresa e diritti umani, si svolgerà presso la sede centrale del CNR.
Le lezioni saranno tenute da alcuni tra i massimi esperti della materia come Anita Ramasastry, Michael Addo già componenti del Working Group ONU su imprese e diritti umani, Robert McCorquodale, attuale componente del Working Group ONU, Nadia Bernaz (Wageningen University & Research); Tara Van Ho, dell’Università di Essex; Jernej Letnar Cernic, del Graduate School of Government and European Studies di Lubiana.
Marco Fasciglione ricercatore CNR-IRISS, è uno dei direttori della Summer School.
Per informazioni:
Marco Fasciglione
CNR – Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo
Via G. Sanfelice, n. 8 – 80134 Napoli
m.fascigione@iriss.cnr.it
February 28th, 2024
Il mercato globale del Turismo di Lusso ha conosciuto negli ultimi anni un inarrestabile aumento ed è destinato a vivere un periodo di continua crescita anche nel prossimo futuro. Il Luxury Tourism riguarda e comprende tutti i comparti della filiera turistica e presenta varietà e volumi maggiori di quel che si possa immaginare. Diventa dunque strategico prepararsi nella conoscenza e nella comprensione di questo fenomeno globale, anticipandone le dinamiche e i possibili sviluppi.
Tra i docenti della prestigiosa Faculty universitaria, Antonio Coviello, Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (IRISS) e Professore nel Dipartimento di Economia-Green Economy, Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, considerato un vero esperto del turismo di lusso, responsabile scientifico di uno specifico progetto CNR-IRISS in tema di sostenibilità, sviluppo del territorio, turismo e sport.
February 28th, 2024
PORTUSplus , the open-access journal published by RETE – International Association for the Collaboration between Ports and Cities, is dedicated to the study of themes regarding the relationship between ports and cities and urban waterfronts with a multidisciplinary approach.
Promoting the communication and development of scientific research, which plays an increasingly relevant role in our society, PORTUSplus invites scholars and researchers, experts and professionals to respond to the Call for papers “Research Themes”, sending original works and research results in the different disciplines.
The topics addressed in the papers may concern the plurality of dynamics involved in the evolution of urban waterfronts and contemporary port cities, from the point of view of different scientific-disciplinary approaches (economic, social, city-planning, cultural, etc.). In particular, the proposals should concern an issue related to the thematic areas specified below:
- History of port cities
- Economy and business
- Contemporary port cities and new port-city relation models
- Future scenarios: planning and perspectives
- Restructuring urban-port waterfronts
- Architecture and port city landscape
- Urban-port development and environmental sustainability
- Culture and identity
- Port city didactics
- Communication resources and tools
- Infrastructures, transport, intermodality, logistics
- Port, city and territory.
The deadline for the submission of papers is April 15, 2024.
Articles must be submitted exclusively in English.
The Call for papers is available in English, Spanish, Italian and French.
For submission of the paper and related further information, please direct requests and questions to the Principal Contact of PORTUSplus sending an e-mail to journal@portusplus.org
February 28th, 2024
È stata approvata dalla Direzione Regionale Musei Basilicata Matera nel mese di febbraio 2024 la proposta progettuale dell’Associazione Culturale Arti Visive DNA Marateacontemporaneaper la co-progettazione di attività culturali presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri e il Parco Archeologico di Grumentum. Lo racconta il Prof. Pasquale Persico, già associato CNR-IRISS, sottolineando come l’iniziativa si inserisca in un percorso intrapreso da DNA Marateacontemporanea nell’area negli ultimi anni per valorizzare il contributo delle arti visive nell’attivazione di processi di rigenerazione territoriale.
Attraverso l’organizzazione di attività culturali e sperimentazioni sul campo connesse a ricerche applicate, la proposta progettuale per il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri e il Parco Archeologico di Grumentum potrà fornire occasioni di dibattito scientifico-culturale ed evidenze empiriche per una lettura contemporanea del potenziale degli ecosistemi di innovazione in contesti lontani dalle aree metropolitane e dai grandi centri urbani.
Nell’ambito dell’iniziativa, in due case rurali del Parco Archeologico verranno esposte opere dell’artista Ugo Marano, “La Montagna delle Idee e delle Forme” e “Pavimento sonoro”, sotto il titolo “Il Museo che non teme i Furti”. Si tratta della prima fase di realizzazione del progetto-idea di un extra-archeologico nell’area vasta della Val D’Agri. Tra le attività in programma, laboratori per la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, come quello dedicato all’arte delle vasaie che sarà attivato a partire dal mese di marzo 2024.
Il contesto della Val d’Agri, con le sue risorse storico-culturali e ambientali e le problematiche comuni a molti contesti periferici, è anche campo di sperimentazione di un gruppo di ricerca interdisciplinare sui temi della coesione territoriale e del riequilibrio a scala regionale della pressione antropica che vede la collaborazione di ricercatori del CNR (IRISS, IRPPS, ISMED, IC) insieme al Centro di ricerca per le Aree Interne e gli Appennini (ArIA) dell’Università del Molise e alla Fondazione Appennino ETS. Il gruppo di ricerca ha avviato un percorso di civic engagement, di ri-scoperta delle vocazioni territoriali e di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, attraverso una campagna di ascolto attivata nel mese di maggio del 2023 sulla “Valorizzazione del Patrimonio Culturale e Rigenerazione delle Aree Interne”, con la partecipazione del Prof. Pasquale Persico, promossa dai Comuni di Montemurro e Grumento Nova in collaborazione con Fondazione Appennino ETS e con il Consorzio inter-Universitario per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi (C.U.G.Ri.) delle Università della Campania.
Nell’iniziativa di DNA Marateacontemporanea, così come nelle attività di ricerca in corso presso il CNR, il dialogo con il territorio della Val d’Agri rappresenta un elemento-chiave per la messa in rete di risorse, competenze e progettualità che possano alimentare processi di rigenerazione e sviluppo, in una prospettiva di transizione ecologica.
Leggi anche il Punto di Arpocrate di Pasquale Persico.
February 26th, 2024
Napoli è una città protesa verso il mare e nell’immaginario collettivo nazionale una nota serie televisiva (Mare fuori – RaiPlay) ha portato alla ribalta le vicende di un carcere minorile, probamente ispirato a quello presente a Napoli sulla piccola isola flegrea di Nisida ricordata da un noto cantautore napoletano.
Ma andiamo per gradi … centigradi di aumento della temperatura sul nostro pianeta e sulle conseguenze che essi comportano in termini di centimetri di innalzamento del livello marino. Mentre l’umanità continua a riversare gas a effetto serra nell’atmosfera, gli oceani ne mitigano gli effetti. I mari del mondo hanno assorbito oltre il 90% del calore prodotto da tali gas, ma questo avviene a caro prezzo per gli oceani: il 2021 ha segnato un nuovo record per il riscaldamento delle loro acque.
L’innalzamento del livello del mare è uno degli effetti del cambiamento climatico. Il livello medio del mare è salito di oltre 20 cm dal 1880. Ogni anno, il livello del mare aumenta di circa 3,2 mm. Una recente ricerca mostra che l’aumento del livello del mare sta accelerando e si prevede che raggiunga i 30 cm entro il 2050. Per la prima volta, grazie ad una mappa interattiva, chiunque potrà utilizzare il nuovo strumento online per veder come cambierà il livello dei mari in tutto il mondo. Scenari a dir poco preoccupanti rispetto al nostro confortante titolo!!
E Napoli cosa c’entra con tutto ciò? Se consideriamo i due punti di osservazione di tale ricerca nel golfo di Napoli (Napoli – Arsenale e Napoli Mandracchio) è possibile vedere che il livello del mare potrebbe raggiugere, negli scenari peggiori, valori allarmanti nel 2100 (Fig.1).

Fig. 1 Proiezioni dell’innalzamento del livello del mare con diversi livelli di riscaldamento (località Napoli Arsenale) che potrebbe raggiungere anche 1,3 m rispetto al livello attuale.
Al molo San Vincenzo nell’area portuale militare del porto di Napoli è installato uno mareografo (Fig.2).

Fig. 2 Veduta aerea del porto di Napoli con il Molosiglio ed Arsenale. (Google Earth ©)
Si tratta di uno strumento che fa parte della rete mareografica dell’Osservatorio Vesuviano INGV, capace di misurare le minime variazioni del livello marino filtrate dalle varie oscillazioni legate ai vari effetti di marea o perturbazioni a breve durata (Fig.3).

Fig.3 Rete maregrafica Vesuvio dell’Osservatorio Vesuviano (INGV). Diagramma con andamento della variazione del livello del mare al mareografo NAMM nel periodo 15-21 Febbraio 2024.
Questo significa che l’aumento che si prevede per i prossimi 30 anni corrisponde a quello registrato nell’ultimo secolo, secondo i più recenti dati tecnici della National Oceanic and Atmospheric Administration (Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera, NOAA), che aggiornano le proiezioni del 2017 con stime che sono ad oggi le più precise a disposizione.
Questi rilevamenti “storici”, avvertendo che l’aumento previsto avverrà anche se le emissioni di carbonio venissero drasticamente ridotte. Negli Stati Uniti le popolazioni più vulnerabili a questo rischio vivono sulle coste orientali e del golfo, dove si prevede che nel 2050 le inondazioni raggiungeranno una frequenza dieci volte maggiore di quella odierna.
Il cambiamento nel livello del mare è correlato a tre fattori principali, tutti indotti dal cambiamento climatico in corso:
Espansione termica: Riscaldandosi, l’acqua si espande. Circa metà dell’aumento del livello del mare verificatosi negli ultimi 25 anni è attribuibile al riscaldamento degli oceani, che semplicemente occupano più spazio.
Scioglimento dei ghiacciai: Le grandi formazioni di ghiaccio come i ghiacciai montani si sciolgono naturalmente un po’ ogni estate. In inverno, la neve, formata principalmente dall’acqua marina evaporata, in genere è sufficiente a compensare quello scioglimento. Recentemente tuttavia, l’aumento delle temperature causato dal riscaldamento globaleha portato a uno scioglimento estivo superiore alla media, che si accompagna a minori nevicate, date dall’inizio tardivo dell’inverno e dall’arrivo anticipato della primavera. Questo crea uno squilibrio tra deflusso ed evaporazione oceanica, che porta il livello del mare a salire.
Perdita di massa delle calotte glaciali di Groenlandia e Antartide: Come accade per i ghiacciai di montagna, il riscaldamento globale provoca un più rapido scioglimento anche delle massicce calotte glaciali che ricoprono la Groenlandia e l’Antartide. Gli scienziati ritengono inoltre che l’acqua di disgelo da sopra e l’acqua marina da sotto stiano penetrando la copertura di ghiaccio della Groenlandia, “lubrificando” i flussi di ghiaccio e accelerandone così lo spostamento verso il mare. I fenomeni di scioglimento nell’Antartide occidentale hanno suscitato l’attenzione degli scienziati, soprattutto con la frattura nella piattaforma di ghiaccio Larsen C avvenuta nel 2017, ma anche i ghiacciai dell’Antartide orientale stanno mostrando segni di destabilizzazione.
Conseguenze
Quando i livelli del mare aumentano alla velocità mostrata negli ultimi anni, anche un piccolo aumento può avere effetti devastanti sugli habitat costieri verso l’entroterra: erosione distruttiva, allagamento di zone umide, contaminazione di falde acquifere e terreni agricoli da salsedine e perdita di habitat per pesci, uccelli e piante.
L’innalzamento del livello del mare sta coincidendo con uragani e tifoni più pericolosi, che si spostano più lentamente e rilasciano più pioggia, contribuendo a generare mareggiate più potenti che spazzano via tutto ciò che incontrano. Uno studio riporta che tra il 1963 e il 2012, quasi la metà di tutte le vittime degli uragani atlantici sono state causate dalle mareggiate.
Le inondazioni nelle zone di costa bassa stanno già costringendo le persone a migrare in aree più alte e altri milioni di persone sono vulnerabili al rischio di alluvioni e altri effetti del cambiamento climatico. La prospettiva dell’innalzamento delle acque costiere minaccia servizi di base come l’accesso a internet, in quanto gran parte delle infrastrutture per le comunicazioni si trova ad altezze che potrebbero essere sommerse.
Adattarsi alla minaccia
In conseguenza a questi rischi, molte città costiere stanno già pianificando misure di adattamento per affrontare le prospettive a lungo termine di un più alto livello dei mari, spesso con costi notevoli. Tra le misure già in fase di realizzazione ci sono la costruzione di dighe, una diversa progettazione delle strade e la piantagione di mangrovie o altra vegetazione che assorba l’acqua.
A Giacarta, un progetto da 40 miliardi di dollari (circa 35,4 miliardi di euro) prevede la costruzione di una diga alta quasi 25 metri a protezione della città. Rotterdam, dove ha sede il Global Center on Adaptation, ha offerto un modello ad altre città che cercano di combattere inondazioni e perdita di terre. La città olandese ha costruito barriere, sistemi di drenaggio ed elementi architettonici innovativi come ad esempio la “piazza d’acqua”, ovvero un bacino di stoccaggio delle acque.
Ovviamente, le comunità più esposte al pericolo dell’aumento del livello dei mari possono riuscire solo fino a un certo punto ad arginare la marea. Nelle isole Marshall, dove l’aumento del livello del mare sta ponendo una scelta obbligata tra trasferirsi e “creare” terreno, gli abitanti avranno bisogno dell’aiuto delle altre nazioni, se decideranno per la costosa seconda opzione.
Fino a quando durerà?
La maggior parte delle previsioni riportano che il riscaldamento del pianeta continuerà e probabilmente accelererà, portando gli oceani a continuare a salire. Questo significa che centinaia di città costiere affronteranno allagamenti e inondazioni. Ma prevedere quando avverrà l’innalzamento dei mari e che entità avrà rimane oggetto di ricerca.
Il più recente rapporto speciale del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico indica una stima di aumento del livello degli oceani tra i 26 e i 77 centimetri entro il 2100, con un aumento delle temperature di 1,5 °C. Numeri sufficienti a creare un grave impatto su molte delle città lungo la East Coast statunitense. Un’altra analisi basata su dati europei e della NASA prevede un aumento di 65 centimetri (che conferma la valutazione peggiore del suddetto rapporto) entro la fine di questo secolo, se l’attuale andamento dovesse continuare.
Se tutti i ghiacci che ad oggi esistono sulla terra sotto forma di ghiacciai e calotte polari si sciogliessero, il livello dei mari aumenterebbe di quasi 66 metri. Questo causerebbe la scomparsa di interi Stati e Paesi sotto le acque, dalla Florida al Bangladesh. Non è uno scenario che gli scienziati ritengono probabile, e in ogni caso richiederebbe diversi secoli, ma potrebbe a un certo punto verificarsi, se le popolazioni del mondo continuano a bruciare combustibili fossili in modo indiscriminato.
Nel frattempo i ricercatori continuano ad affinare i propri modelli di cambiamento del livello dei mari, sottolineando che la misura in cui i Paesi del mondo collaborano al fine di limitare il rilascio di gas a effetto serra può avere un impatto significativo sulla velocità e l’entità dell’innalzamento dei mari.
Molti pensano che riscaldamento globale e cambiamento climatico siano sinonimi, ma gli scienziati preferiscono usare “cambiamento climatico” per descrivere i complessi cambiamenti che stanno interessando i sistemi meteorologici e climatici del nostro pianeta
Ma cosa possiamo fare?
Ci viene incontro un recente articolo pubblicato da Frontiers for Young Minds dal titolo “Come può la natura proteggere le persone dall’innalzamento del livello del mare?”
Nell’articolo viene mostrato che quasi un terzo delle persone sulla Terra vive vicino alla costa, dove è a rischio di inondazioni. Le aree costiere sono spesso protette dalle inondazioni da strutture di protezione costruite dall’uomo, come dighe e dighe marittime. Ora che il clima della Terra sta cambiando, l’innalzamento del livello del mare e le tempeste stanno diventando più intense e frequenti, aumentando il rischio di inondazioni. Per questo motivo, dobbiamo sviluppare strutture di difesa più grandi per essere al sicuro dalle inondazioni. Tuttavia, questo è molto costoso. Esiste un’alternativa? Può sembrare sorprendente, ma la natura può aiutarci. In tutto il mondo, ecosistemi come le foreste di mangrovie, le paludi salmastre e le barriere coralline possono contribuire a proteggere le nostre coste dalle inondazioni. Possono contribuire a rendere le coste più verdi, naturali e ricche di biodiversità e a rendere la vita lungo le coste della Terra più sicura e sostenibile. L’utilizzo di questi sistemi naturali è chiamato difesa dalle inondazioni basata sulla natura. In questo articolo viene spiegato come funziona (Fig.3).

Figura 3 – (A) Le tradizionali difese anti-alluvione grigie proteggono la terra dalle onde e dalle inondazioni, ma il relativo innalzamento del livello del mare rende le difese anti-alluvione grigie meno efficaci. (B) Le difese contro le inondazioni basate sulla natura utilizzano gli ecosistemi viventi per proteggere la costa. A seconda della posizione geografica, si possono utilizzare piante e animali specifici.
Riferimenti bibliografici
Collini, R.C., J. Carter, L. Auermuller, L. Engeman, K. Hintzen, J. Gambill, R.E. Johnson, I. Miller, C. Schafer, and H. Stiller. 2022. Application Guide for the 2022 Sea Level Rise Technical Report. National Oceanic and Atmospheric Administration Office for Coastal Management, Mississippi–Alabama Sea Grant Consortium (MASGP-22-028), and Florida Sea Grant (SGEB 88). https://oceanservice.noaa.gov/hazards/sealevelrise/noaa-nos-techrpt02-globalregional-SLR-scenarios-US-application-guide.pdf
van Hespen R, van Bijsterveldt CEJ, Camargo CML, Stoorvogel MM and Bouma TJ (2023) How Can Nature Protect People Against Sea-Level Rise? Front. Young Minds 11:910803. doi: 10.3389/frym.2023.910803
(Editor Renato Somma)
February 23rd, 2024
Un recente dibattito riapre la questione del commoning come modalità di uso e gestione delle risorse. Il tema è maggiormente sentito in ambito urbano, laddove si lamenta, da un lato, il diffuso default degli strumenti di pianificazione (piani urbanistici), forse troppo complessi per il necessario e frequente bisogno di aggiornamento così come delle ricette di policy che non riescono ancora a reindirizzare i gravi problemi connessi alla gestione del Debito, così come dei numerosi casi di abbandono di beni immobili nonché dell’ampio sottoutilizzo degli spazi pubblici. Rispetto a tali problematiche, appunto, la formazione di comunità ispirate al principio dei commons è riuscita a fornire risposte interessanti.
Ma che cosa sono i commons? Che cosa significa ispirarsi ai loro princìpi? E perché, in alcuni casi, sembrano rispondere meglio dell’impresa, sia di quella pubblica che privata, ai bisogni dei cittadini e della economia locale nel suo complesso? Pur nella diversità che caratterizza le diverse comunità, il nostro discorso cercherà di indirizzare alcuni di questi quesiti e di rivedere al meglio le stesse domande, che sempre più diffusamente si pongono in questa materia.
Un altro tema che ritorna con maggiore forza, riguarda la differenza tra le città rispetto al fenomeno della formazione di queste comunità. Allorché alcune città o regioni sembrano più ricche di altre rispetto a questo tipo di azione collettiva. Laddove, forse la variabile più significativa è quella della relazionalità che si esprime nella società e che, in diversi modi, riesce a interessare anche le dinamiche alla base degli scambi economici.
February 16th, 2024

The contemporary city undergoes continuous anthropic pressures and multiple crises that make it an organism in continuous transformation, which is complex to understand. The public realm and the socio-spatial dynamics at the urban scale can be an expression of this complexity when observed from the different perspectives that are integrated in urban studies and with multiple methods that deepen and foster the relational dynamics between the physical environment and those who inhabit and manage it.
The understanding of urban cultures, in their multiple expressions, is realised through the interpretation of the cultural practices recorded in urban spaces, which allows for the updating of concepts in the field of social theory. Moreover, urban cultures provide an understanding of the relationships between cultural phenomena and urban transformations, to implement knowledge in the analytical phase of territorial governance processes.
Call for Papers
This issue proposes to focus on the binomial public space – urban culture to both contextualise phenomena related to distributed inequalities, conflicts, and forms of socio-spatial segregation, and to reflect and integrate forms of social innovation and processes of self-determination, the constitution of talents, tendencies and competences, which contribute to the complex transformation of the city. The Guest-co-editors, Gabriella Esposito (Cnr-Iriss, Italy), Christine Mady (Aalto University, Finland) and Stefania Ragozino (Cnr-Iriss, Italy), invite empirical, theoretical and methodological papers from young or established academics interested in contributing to this discussion on ‘public space – urban cultures’.
Submission Instructions
Authors must send their full papers to tria@unina.it and antonio.acierno@unina.it before 15th of April 2024. They can be written in Italian, English and Spanish while following the editorial rules available at the following link:http://www.serena.unina.it/index.php/tria/about/submissions#authorGuidelines. Articles will be subject to the regular double-blind refereeing process (April-May 2024) used by the journal. Selected articles will be published by the end of June 2024.
TRIA – Territorio della Ricerca su Insediamenti e Ambiente is the International Journal of Urban Planning, founded in 2008. Indexed in Web of Science and qualified in “classe A” according to ANVUR, the journal focuses on the issues of urban planning and design sited in the context of natural and social sciences concerning the settlement process.
Per informazioni:
Stefania Ragozino
CNR – Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo
s.ragozino@iriss.cnr.it
February 12th, 2024
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