Resilienza - Innovazione - Sviluppo Sostenibile | Trasparenza - Organizzazione - Meritocrazia
Home » Newsletter » Nun te preoccupà, guagliò Ce sta ‘o mare fore
23/02/24 Somma Renato
In tutto il mondo, ecosistemi come le foreste di mangrovie, le paludi salmastre e le barriere coralline possono contribuire a proteggere le nostre coste dalle inondazioni.
Napoli è una città protesa verso il mare e nell’immaginario collettivo nazionale una nota serie televisiva (Mare fuori – RaiPlay) ha portato alla ribalta le vicende di un carcere minorile, probamente ispirato a quello presente a Napoli sulla piccola isola flegrea di Nisida ricordata da un noto cantautore napoletano.
Ma andiamo per gradi … centigradi di aumento della temperatura sul nostro pianeta e sulle conseguenze che essi comportano in termini di centimetri di innalzamento del livello marino. Mentre l’umanità continua a riversare gas a effetto serra nell’atmosfera, gli oceani ne mitigano gli effetti. I mari del mondo hanno assorbito oltre il 90% del calore prodotto da tali gas, ma questo avviene a caro prezzo per gli oceani: il 2021 ha segnato un nuovo record per il riscaldamento delle loro acque.
L’innalzamento del livello del mare è uno degli effetti del cambiamento climatico. Il livello medio del mare è salito di oltre 20 cm dal 1880. Ogni anno, il livello del mare aumenta di circa 3,2 mm. Una recente ricerca mostra che l’aumento del livello del mare sta accelerando e si prevede che raggiunga i 30 cm entro il 2050. Per la prima volta, grazie ad una mappa interattiva, chiunque potrà utilizzare il nuovo strumento online per veder come cambierà il livello dei mari in tutto il mondo. Scenari a dir poco preoccupanti rispetto al nostro confortante titolo!!
E Napoli cosa c’entra con tutto ciò? Se consideriamo i due punti di osservazione di tale ricerca nel golfo di Napoli (Napoli – Arsenale e Napoli Mandracchio) è possibile vedere che il livello del mare potrebbe raggiugere, negli scenari peggiori, valori allarmanti nel 2100 (Fig.1).
Fig. 1 Proiezioni dell’innalzamento del livello del mare con diversi livelli di riscaldamento (località Napoli Arsenale) che potrebbe raggiungere anche 1,3 m rispetto al livello attuale.
Al molo San Vincenzo nell’area portuale militare del porto di Napoli è installato uno mareografo (Fig.2).
Fig. 2 Veduta aerea del porto di Napoli con il Molosiglio ed Arsenale. (Google Earth ©)
Si tratta di uno strumento che fa parte della rete mareografica dell’Osservatorio Vesuviano INGV, capace di misurare le minime variazioni del livello marino filtrate dalle varie oscillazioni legate ai vari effetti di marea o perturbazioni a breve durata (Fig.3).
Fig.3 Rete maregrafica Vesuvio dell’Osservatorio Vesuviano (INGV). Diagramma con andamento della variazione del livello del mare al mareografo NAMM nel periodo 15-21 Febbraio 2024.
Questo significa che l’aumento che si prevede per i prossimi 30 anni corrisponde a quello registrato nell’ultimo secolo, secondo i più recenti dati tecnici della National Oceanic and Atmospheric Administration (Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera, NOAA), che aggiornano le proiezioni del 2017 con stime che sono ad oggi le più precise a disposizione.
Questi rilevamenti “storici”, avvertendo che l’aumento previsto avverrà anche se le emissioni di carbonio venissero drasticamente ridotte. Negli Stati Uniti le popolazioni più vulnerabili a questo rischio vivono sulle coste orientali e del golfo, dove si prevede che nel 2050 le inondazioni raggiungeranno una frequenza dieci volte maggiore di quella odierna.
Il cambiamento nel livello del mare è correlato a tre fattori principali, tutti indotti dal cambiamento climatico in corso:
Espansione termica: Riscaldandosi, l’acqua si espande. Circa metà dell’aumento del livello del mare verificatosi negli ultimi 25 anni è attribuibile al riscaldamento degli oceani, che semplicemente occupano più spazio.
Scioglimento dei ghiacciai: Le grandi formazioni di ghiaccio come i ghiacciai montani si sciolgono naturalmente un po’ ogni estate. In inverno, la neve, formata principalmente dall’acqua marina evaporata, in genere è sufficiente a compensare quello scioglimento. Recentemente tuttavia, l’aumento delle temperature causato dal riscaldamento globaleha portato a uno scioglimento estivo superiore alla media, che si accompagna a minori nevicate, date dall’inizio tardivo dell’inverno e dall’arrivo anticipato della primavera. Questo crea uno squilibrio tra deflusso ed evaporazione oceanica, che porta il livello del mare a salire.
Perdita di massa delle calotte glaciali di Groenlandia e Antartide: Come accade per i ghiacciai di montagna, il riscaldamento globale provoca un più rapido scioglimento anche delle massicce calotte glaciali che ricoprono la Groenlandia e l’Antartide. Gli scienziati ritengono inoltre che l’acqua di disgelo da sopra e l’acqua marina da sotto stiano penetrando la copertura di ghiaccio della Groenlandia, “lubrificando” i flussi di ghiaccio e accelerandone così lo spostamento verso il mare. I fenomeni di scioglimento nell’Antartide occidentale hanno suscitato l’attenzione degli scienziati, soprattutto con la frattura nella piattaforma di ghiaccio Larsen C avvenuta nel 2017, ma anche i ghiacciai dell’Antartide orientale stanno mostrando segni di destabilizzazione.
Quando i livelli del mare aumentano alla velocità mostrata negli ultimi anni, anche un piccolo aumento può avere effetti devastanti sugli habitat costieri verso l’entroterra: erosione distruttiva, allagamento di zone umide, contaminazione di falde acquifere e terreni agricoli da salsedine e perdita di habitat per pesci, uccelli e piante.
L’innalzamento del livello del mare sta coincidendo con uragani e tifoni più pericolosi, che si spostano più lentamente e rilasciano più pioggia, contribuendo a generare mareggiate più potenti che spazzano via tutto ciò che incontrano. Uno studio riporta che tra il 1963 e il 2012, quasi la metà di tutte le vittime degli uragani atlantici sono state causate dalle mareggiate.
Le inondazioni nelle zone di costa bassa stanno già costringendo le persone a migrare in aree più alte e altri milioni di persone sono vulnerabili al rischio di alluvioni e altri effetti del cambiamento climatico. La prospettiva dell’innalzamento delle acque costiere minaccia servizi di base come l’accesso a internet, in quanto gran parte delle infrastrutture per le comunicazioni si trova ad altezze che potrebbero essere sommerse.
In conseguenza a questi rischi, molte città costiere stanno già pianificando misure di adattamento per affrontare le prospettive a lungo termine di un più alto livello dei mari, spesso con costi notevoli. Tra le misure già in fase di realizzazione ci sono la costruzione di dighe, una diversa progettazione delle strade e la piantagione di mangrovie o altra vegetazione che assorba l’acqua.
A Giacarta, un progetto da 40 miliardi di dollari (circa 35,4 miliardi di euro) prevede la costruzione di una diga alta quasi 25 metri a protezione della città. Rotterdam, dove ha sede il Global Center on Adaptation, ha offerto un modello ad altre città che cercano di combattere inondazioni e perdita di terre. La città olandese ha costruito barriere, sistemi di drenaggio ed elementi architettonici innovativi come ad esempio la “piazza d’acqua”, ovvero un bacino di stoccaggio delle acque.
Ovviamente, le comunità più esposte al pericolo dell’aumento del livello dei mari possono riuscire solo fino a un certo punto ad arginare la marea. Nelle isole Marshall, dove l’aumento del livello del mare sta ponendo una scelta obbligata tra trasferirsi e “creare” terreno, gli abitanti avranno bisogno dell’aiuto delle altre nazioni, se decideranno per la costosa seconda opzione.
La maggior parte delle previsioni riportano che il riscaldamento del pianeta continuerà e probabilmente accelererà, portando gli oceani a continuare a salire. Questo significa che centinaia di città costiere affronteranno allagamenti e inondazioni. Ma prevedere quando avverrà l’innalzamento dei mari e che entità avrà rimane oggetto di ricerca.
Il più recente rapporto speciale del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico indica una stima di aumento del livello degli oceani tra i 26 e i 77 centimetri entro il 2100, con un aumento delle temperature di 1,5 °C. Numeri sufficienti a creare un grave impatto su molte delle città lungo la East Coast statunitense. Un’altra analisi basata su dati europei e della NASA prevede un aumento di 65 centimetri (che conferma la valutazione peggiore del suddetto rapporto) entro la fine di questo secolo, se l’attuale andamento dovesse continuare.
Se tutti i ghiacci che ad oggi esistono sulla terra sotto forma di ghiacciai e calotte polari si sciogliessero, il livello dei mari aumenterebbe di quasi 66 metri. Questo causerebbe la scomparsa di interi Stati e Paesi sotto le acque, dalla Florida al Bangladesh. Non è uno scenario che gli scienziati ritengono probabile, e in ogni caso richiederebbe diversi secoli, ma potrebbe a un certo punto verificarsi, se le popolazioni del mondo continuano a bruciare combustibili fossili in modo indiscriminato.
Nel frattempo i ricercatori continuano ad affinare i propri modelli di cambiamento del livello dei mari, sottolineando che la misura in cui i Paesi del mondo collaborano al fine di limitare il rilascio di gas a effetto serra può avere un impatto significativo sulla velocità e l’entità dell’innalzamento dei mari.
Molti pensano che riscaldamento globale e cambiamento climatico siano sinonimi, ma gli scienziati preferiscono usare “cambiamento climatico” per descrivere i complessi cambiamenti che stanno interessando i sistemi meteorologici e climatici del nostro pianeta
Ci viene incontro un recente articolo pubblicato da Frontiers for Young Minds dal titolo “Come può la natura proteggere le persone dall’innalzamento del livello del mare?”
Nell’articolo viene mostrato che quasi un terzo delle persone sulla Terra vive vicino alla costa, dove è a rischio di inondazioni. Le aree costiere sono spesso protette dalle inondazioni da strutture di protezione costruite dall’uomo, come dighe e dighe marittime. Ora che il clima della Terra sta cambiando, l’innalzamento del livello del mare e le tempeste stanno diventando più intense e frequenti, aumentando il rischio di inondazioni. Per questo motivo, dobbiamo sviluppare strutture di difesa più grandi per essere al sicuro dalle inondazioni. Tuttavia, questo è molto costoso. Esiste un’alternativa? Può sembrare sorprendente, ma la natura può aiutarci. In tutto il mondo, ecosistemi come le foreste di mangrovie, le paludi salmastre e le barriere coralline possono contribuire a proteggere le nostre coste dalle inondazioni. Possono contribuire a rendere le coste più verdi, naturali e ricche di biodiversità e a rendere la vita lungo le coste della Terra più sicura e sostenibile. L’utilizzo di questi sistemi naturali è chiamato difesa dalle inondazioni basata sulla natura. In questo articolo viene spiegato come funziona (Fig.3).
Figura 3 – (A) Le tradizionali difese anti-alluvione grigie proteggono la terra dalle onde e dalle inondazioni, ma il relativo innalzamento del livello del mare rende le difese anti-alluvione grigie meno efficaci. (B) Le difese contro le inondazioni basate sulla natura utilizzano gli ecosistemi viventi per proteggere la costa. A seconda della posizione geografica, si possono utilizzare piante e animali specifici.
Collini, R.C., J. Carter, L. Auermuller, L. Engeman, K. Hintzen, J. Gambill, R.E. Johnson, I. Miller, C. Schafer, and H. Stiller. 2022. Application Guide for the 2022 Sea Level Rise Technical Report. National Oceanic and Atmospheric Administration Office for Coastal Management, Mississippi–Alabama Sea Grant Consortium (MASGP-22-028), and Florida Sea Grant (SGEB 88). https://oceanservice.noaa.gov/hazards/sealevelrise/noaa-nos-techrpt02-globalregional-SLR-scenarios-US-application-guide.pdf
van Hespen R, van Bijsterveldt CEJ, Camargo CML, Stoorvogel MM and Bouma TJ (2023) How Can Nature Protect People Against Sea-Level Rise? Front. Young Minds 11:910803. doi: 10.3389/frym.2023.910803
(Editor Renato Somma)
I contenuti autorali della presente newsletter sono protetti da Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale. È consentita la diffusione dell’opera con indicazione dell’autore, del titolo dell’opera e del link al sito web dell’opera, ma non ne è permesso l’uso commerciale.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.