Institute for Research on Innovation and Services for Development

Resilience - Innovation - Sustainable Development Transparency – Organization – Meritocracy

Stefano Consiglio è professore ordinario di Organizzazione aziendale (Dipartimento di Scienze Sociali), Presidente della Scuola delle Scienze Umane e Sociali, coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Innovazione Sociale e docente nel corso magistrale in Management del Patrimonio Culturale presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. È componente del Consiglio di amministrazione del Parco Archeologico di Pompei. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati sui temi della gestione del patrimonio culturale e dell’innovazione sociale applicati alla nascita di imprese culturali

Marco D’Isanto è dottore commercialista in Napoli, consulente di enti del terzo settore, di imprese e istituzioni culturali. È docente di master universitari, editorialista del Corriere del Mezzogiorno. È autore di numerose pubblicazioni sugli aspetti giuridici e tributari degli enti non profit e delle imprese culturali. Nell’ambito dell’attività professionale ha condotto attività di ricerca e di assistenza alle istituzioni culturali in relazione alla pianificazione strategica, ai modelli di gestione e ai rapporti tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati.

D. Iniziamo dal titolo. Perché La cultura che cambia?

R. Perché abbiamo voluto descrivere la cultura sia come motore di cambiamento, in grado di rigenerare gli ambienti sociali e svolgere un ruolo per attivare processi economici in grado di impattare positivamente sulla vita delle comunità (la cultura che cambia il contesto) sia il mutamento che essa stesse subisce al mutare e all’evolversi del contesto sociale (la cultura che cambia sé stessa).

D. Il libro è una raccolta di articoli che avete pubblicato su diversi temi della cultura. Da dove nasce l’esigenza di ripubblicare il vostro lavoro?

R. Il motivo principale che ci ha indotto a ripubblicare diversi contributi, come abbiamo scritto nella prefazione, è quello di dare forma al nostro lavoro comune di questi ultimi anni.

Speriamo anche che possa essere l’occasione per rilanciare nel dibattito pubblico alcuni temi per noi molto importanti: la necessità di esaltare l’enorme bacino di intelligenza e di ricchezza contenuto nella produzione culturale e la necessità di connettere questa risorsa con il processo economico, a partire dal riconoscimento del ruolo che le comunità e i soggetti privati in campo culturale svolgono e potranno svolgere nei prossimi anni.

D. È nelle tenebre che inaspettatamente si rivela la luce, come scrivete in un vostro articolo?

 R. In quell’articolo ci riferivamo ad una bella storia di Napoli il progetto nato nel cuore della Sanità intorno alla figura di, Padre Antonio Loffredo, che ha promosso insieme ai ragazzi del quartiere un progetto di valorizzazione del patrimonio artistico del Rione Sanità: il recupero delle Catacombe di San Gennaro.

Oggi, grazie a quell’iniziativa uno dei quartieri più difficili del centro storico di Napoli prova a risorgere. La luce è il processo di rivitalizzazione urbana che la cultura è in grado di promuovere.

D. Siete stati accompagnati da tre personalità di valore: Enzo d’Errico, Carlo Borgomeo e Giuliano Volpe. Tutti hanno apprezzato il lavoro che avete condotto sui temi della cultura negli ultimi anni.

R. Sono tre figure che ci hanno effettivamente accompagnato in questi anni nel lavoro di elaborazione sui temi della cultura e sul ruolo che nel Mezzogiorno i fenomeni di rigenerazione urbana possono avere. Li ringraziamo molto per la loro generosità.

D. In uno degli articoli pubblicati nel libro scrivete: “se ci fosse un dibattito meridionalista all’altezza dei tempi sarebbe probabilmente costretto a riconoscere in un processo di industrializzazione a base culturale una delle principali leve di crescita economica e civile di questi territori”. Che intendete per industrializzazione a base culturale?

R. Intendiamo una industria fondata sulla conoscenza, sull’applicazione delle nuove tecnologie alla cultura e sulla creazione di processi di innovazione sociale. Ci occupiamo da tempo di imprese culturali e creative e da tempo sosteniamo che possono essere una delle leve principali di sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero paese. È necessario accompagnare questo sviluppo e delineare un vero e proprio processo industriale in campo culturale. La filiera del comparto culturale e creativo è frammentata ma contiene una straordinaria capacità di crescita.

 D. Sul Corriere del Mezzogiorno avete lanciato l’idea di istituire una Zona Franca della cultura a Napoli. Nel Libro ci sono diversi articoli dedicati al tema.

R. Questa è una pazza idea che grazie ad un Direttore visionario come Enzo d’Errico il Corriere ha fatto propria. Riteniamo che istituire una zona franca della cultura in una delle più importanti capitali del mediterraneo avrebbe l’effetto di concentrare le risorse in un’area economicamente depressa ma ricca di un patrimonio artistico e di attività creative uniche al mondo.

La defiscalizzazione del comparto culturale, in aree urbane specifiche, unitamente alla creazione di strumenti giuridici per sviluppare nuove forme di imprenditorialità nel settore culturale potrebbe essere una potente leva di sviluppo dei nostri territori e delle città italiane.

 D. Nel libro descrivete il Partenariato Pubblico Privato del Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Come nasce questa idea?

R. Anche qui dobbiamo ringraziare la visione dei Direttori del parco Archeologico dei Campi Flegrei, prima Paolo Giulierini e poi Fabio Pagano, che hanno deciso di costruire una sfida nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali. La sperimentazione avviata dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei mira a raccogliere questa sfida attraverso un modello partecipativo, aperto alle comunità e utilizzando uno strumento giuridico innovativo: il partenariato pubblico privato in campo culturale. Con questo strumento è stato possibile selezionare due partner privati che in collaborazione con il Parco consentiranno di aprire due gioielli del patrimonio culturale flegreo: Piscina Mirabilis e Tempio di Serapide prima chiusi alla fruizione pubblica.

D. Le imprese culturali e creative sono ancora nel limbo come scrivete in uno dei vostri articoli. Quando potranno essere disciplinate?

R. Ci auguriamo che questo avvenga presto. Noi continueremo a porre, dovunque sia possibile, la necessità di articolare a livello normativo un dispositivo utile per costruire politiche pubbliche a favore di questo comparto.

Libro “La Cultura che cambia” edito da Editoriale Scientifica è scaricabile gratuitamente online a questo link:

https://www.editorialescientifica.com/shop/catalogo/collane-di-economia/punto-org/la-cultura-che-cambia-2527-detail.html

May 21st, 2021

PUBBLICA SELEZIONE PER IL CONFERIMENTO DI N° 1 ASSEGNO “PROFESSIONALIZZANTE” PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ DI RICERCA NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA DI RICERCA PROGETTO “Be.CULTOUR: Beyond CULtural TOURism: HUMAN-CENTRED INNOVATIONS FOR SUSTAINABLE AND CIRCULAR CULTURAL TOURISM”, FINANZIATO DALLA COMMISSIONE EUROPEA NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA HORIZON 2020, GRANT AGREEMENT N. 101004627 (CUP:B59C20001490006).

Scadenza: 07/06/2021

May 21st, 2021

Pasquale Persico, ordinario di Economia presso l’Università degli Studi di Salerno fino al 2015 e Premio Saint Vincent per l’Economia (1981), ha ricoperto importanti ruoli accademici ed istituzionali, sia in qualità di policy-maker che di responsabile scientifico di piani e progetti d’area vasta.

Esperto di politica industriale, territoriale ed ambientale, tra le altre attività sta collaborando con Gabriella Esposito De Vita, ricercatrice CNR-IRISS sui temi delle Aree Interne.

D. Che temi affronta questo percorso di ricerca?

 R. La questione delle aree interne è di grande rilevanza nel nostro Paese, divenuto laboratorio di sperimentazioni con la SNAI – Strategia Nazionale per le Aree Interne. La Strategia, concepita dall’Agenzia per la coesione Territoriale, identifica e perimetra aree territoriali che presentano caratteristiche di marginalità e isolamento che ne rendono ardua la sopravvivenza. La SNAI si riferisce a 72 aree, con una superficie di 51.366 chilometri quadrati suddivisi in 1.077 comuni e in cui vivono oltre due milioni di italiani. In tale contesto stiamo ragionando su un tema che mi sta a cuore: la città del “Quarto Paesaggio” che ha una elevato grado di resilienza ecologica che le garantisce un vantaggio competitivo localizzato, per le produzioni e per il turismo (standard materiali ed immateriali).

D. Ritiene che iniziative legate al mondo dell’arte e dell’artigianato ed il turismo culturale ad esse associato possano costituire l’humus in grado di nutrire la rigenerazione del territorio, anche in contesti a bassa densità?

R. Sono impegnato in prima linea nel supportare Fondazioni artistiche, come la Fondazione Morra, e gallerie d’arte contemporanea, come DNA Maratea Contemporanea, perché ritengo che le espressioni artistiche possano rappresentare il tessuto connettivo per generare standard materiali ed immateriali, quei servizi cioè che consentono la vita associata nelle città contemporanee, promuovono la cultura e generano valore, innescando processi produttivi. Iniziative legate all’arte contemporanea svolgono un duplice ruolo: valorizzano il patrimonio culturale locale e fungono da catalizzatrici di energie positive dal territorio. L’ultimo rapporto sulle aree interne individua il turismo quale settore produttivo di rilievo, con buone potenzialità di crescita, su cui puntare per fermare l’emorragia di persone e risorse che abbandonano i territori marginali rispetto alle traiettorie di sviluppo consolidate. La promozione di iniziative di turismo culturale, creando la massa critica indispensabile all’infrastrutturazione del sistema e tutelando il patrimonio comune di tradizioni e vocazioni, richiede un approccio sistemico ed integrato. Mediante l’approfondimento di alcune iniziative in corso è possibile identificare i potenziali fattori di successo di un processo complesso.

D. Ci può illustrare un’esperienza che si possa considerare una buona pratica di iniziativa artistica ad elevato impatto territoriale?

 R. Nel territorio della Val D’Agri, in Basilicata, il piccolo comune di Montemurro (circa 1200 abitanti) è teatro di una iniziativa che avuto una rilevante eco nel mondo della cultura e successo mediatico per le sue peculiarità. Montemurro appare interessante anche perché integra tradizioni lucane forti e resilienti, un radicato senso di comunità ed ha dato i natali a figure rilevanti nello scenario culturale italiano quali Leonardo Sinisgalli, Giuseppe Antonello Leone e Maria Padula. Questi aspetti hanno creato l’humus che ha nutrito l’iniziativa della Scuola del Graffito che seguo dalla sua nascita nel 2003.

La tecnica del Graffito polistrato, reinterpretata dall’artista Leone, viene insegnata a scolaresche del territorio, ma anche ad artisti ed artigiani italiani e stranieri in occasione di una summer school/evento artistico che si tiene tutti gli anni nell’ultima settimana di agosto, perfino in costanza di pandemia. A queste attività nel tempo si sono aggiunte iniziative di turismo culturale che hanno messo insieme workshop di diversa durata presso la Scuola del Graffito con altre iniziative di matrice culturale – nell’area archeologica contigua – e naturalistica – itinerari nelle are parco e riserve faunistiche. Le opere, realizzate a Montemurro da artisti di fama vestono poi le strade della cittadina, creando un allestimento museale a cielo aperto che ben si sposa con il modello dell’albergo diffuso.

Questa esperienza, che abbiamo raccontato nell’ultima edizione del Rapporto sul Turismo in Italia che l’Istituto cura da anni, rappresenta sicuramente una buona pratica da sostenere e replicare.

D. Che prospettive di sviluppo immagina per Montemurro in un contesto di promozione del turismo culturale nelle aree interne e marginalizzate?

 R. Nel mio libro La valle delle Orchidee, ho raccontato il piano di sviluppo elaborato oltre vent’anni fa quando si è intrapresa l’attività di estrazione petrolifera nella Val D’Agri. In quel contesto, con la prefazione di Romano Prodi, raccontavo di un possibile equilibrio tra arte, cultura, economia e sviluppo, utilizzando quale metafora l’Orchidea Nera (siano nel 1996) ed auspicando ibridazioni fertili tra le varie componenti del territorio. Non era solo la mia visione ma anche quella della Fondazione ENI, che auspicava la presenza di un Capitale non ignorante. Oggi quella ipotesi di far nascere una Città ibridata intercomunale si concentra nell’area intorno al lago e fa leva sulla presenza di fonti di energia verdi, di risorse naturalistiche e di un retaggio culturale che affonda le radici nel passato remoto. In tale contesto Montemurro ha in cassetto questo progetto e la scuola del Graffito rappresenta un laboratorio membrana che sostiene il rilancio di questo territorio complesso.

D. Quale lezione insegna la Scuola del Graffito Polistrato?

 R. Nel seguire esperienze nate dall’entusiasmo di comunità e dalle intuizioni di figure carismatiche si riscontra spesso che dopo iniziali successi i riflettori si spengono e l’attivismo si sopisce. Ciò avviene quando mancano politiche di sviluppo e modelli di governance adeguati ed appropriati interventi infrastrutturali, incluso il coinvolgimento degli operatori turistici. L’esperienza artistica di Montemurro, di piccola scala ma ad elevato impatto, è il primo passo verso uno sviluppo stabile, nutrito dall’arte contemporanea e può rappresentare un modello da riproporre in altri contesti territoriali.

Video e rassegna stampa su http://www.scuoladelgraffito.it

May 21st, 2021

Ad Maiora nasce da un accordo di collaborazione con il Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate della Diocesi di Napoli, con lo scopo di valorizzare, in una logica di rete, alcuni degli oratori ubicati nel Centro Storico di Napoli Patrimonio Unesco.

I sette oratori che attualmente rientrano nell’accordo sono: Santa Maria della Misericordia ai Vergini, Santi Michele ad Omobono, San Felice in Pincis, Cappella Monte dei Poveri, Sant’Arcangelo a Baiano, Sant’Eligio ai Chiavettieri e San Pietro in Vinculis.

La principale sfida del progetto è rappresentata dalla progettazione, sperimentazione e validazione di un modello di riuso adattivo degli oratori fondato sulla erogazione di un sistema di servizi la cui sostenibilità è assicurata dall’utilizzo di modelli di business innovativi, in grado di attivare anche processi di sviluppo locale.

Il carattere innovativo del progetto risiede nella capacità di contemperare obiettivi, talvolta, difficilmente conciliabili di natura economica (valorizzazione del patrimonio culturale come driver strategico di sviluppo locale, nuova occupazione ed benessere socio-economico), culturale (riuso adattivo, rispettoso non solo delle caratteristiche fisiche dell’oratorio, ma anche delle funzioni d’uso storicamente svolte dagli oratori, che si intendono recuperare) e sociale (spirito di appartenenza e coesione sociale).

La natura multidisciplinare e collaborativa del progetto è volta a garantire il trasferimento delle conoscenze tra il gruppo di ricerca, gli stakeholder locali e gli abitanti dei quartieri interessati dal progetto. Quest’ultimo aspetto rappresenta un presupposto essenziale per garantire la sostenibilità degli interventi di riuso adattivo ipotizzabili. Il coinvolgimento e la sensibilizzazione degli stakeholder locali e degli abitanti nel processo di co-design, contribuirà infatti ad elevare il grado di identificazione e appropriazione del bene da parte della comunità e, in ultima analisi, a renderli attivi e responsabili nella sua cura (empowerment).

Collaborazione e coinvolgimento attivo degli attori locali nel processo di riuso, rappresentano fattori chiave per ricostituire le relazioni con il contesto territoriale, attenuate, ovvero del tutto svanite, nel corso del tempo”.

La definizione delle nuove attività e sistema dei servizi da allocare negli oratori intende recuperare e riaffermare l’originario ruolo delle confraternite come contesti di dibattito culturale e laboratori di miglioramento sociale nel tessuto urbano di riferimento. Intervenendo direttamente nei settori dell’educazione, della formazione, dell’assistenza e della difesa delle fasce socialmente più deboli ed emarginate, le Confraternite e Arciconfraternite promossero e protessero le corporazioni di arti e di mestieri; fondarono ospizi e ospedali, orfanotrofi e conservatori, scuole ed educandati, chiese e oratori, Monti e banchi di prestito, caratterizzandosi per il forte impegno sociale e assistenziale e per la capacità d’incidere attivamente sulla struttura e sull’assetto della società.

 Ad Maiora, infine, rappresenta un caso esemplificativo di terza missione del CNR in quanto, partendo dalle conoscenze dell’Istituto sui processi di innovazione, adotta un approccio partecipativo nella costruzione di un modello di valorizzazione del patrimonio culturale, a vantaggio delle comunità locali.

May 21st, 2021

Il CNR-IRISS con la firma dell’accordo “Per la valorizzazione e lo sviluppo dell’identità culturale di specifici contesti territoriali e la costituzione di distretti culturali” ha formalizzato e avviato un rapporto di collaborazione di particolare rilevanza scientifica al fine di sviluppare una ricerca interattiva e multidisciplinare nell’ambito dei distretti culturali, volta a favorire lo sviluppo economico del territorio.

I partner dell’accordo sono:

il Museo Archeologico di Napoli, il Centro Universitario Europeo Beni Culturali, il Centro Europeo di Studi sul Mito e sul Simbolo dell’Università di Messina, il Centro di Studi sulla Simbolica Giuridica, la Fondazione “Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia”, l’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei e il Comitato per la valorizzazione della cultura classica greca e latina, come patrimonio immateriale bene dell’umanità, e per la istituzione dei distretti culturali europei.

È prevista, inoltre, a breve, l’adesione da parte dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia, di Pompei e dei Campi Flegrei.

L’obiettivo principale del programma di azione è la costituzione di distretti culturali europei che abbiano come matrice culturale comune la cultura classica latina e greca, uniti tra loro in un percorso ideale che parte dalla Sicilia fino al nord dell’Italia, verso Gorizia.

La ricerca partirà dalla definizione di Distretto Culturale Europeo, proseguirà con l’identificazione di luoghi che abbiano una medesima matrice culturale europea e proporrà strumenti giuridici tesi alla loro regolamentazione.

Sono previste, successivamente, azioni di valorizzazione e sviluppo dell’identità culturale dei contesti territoriali identificati, realizzazione di reti di istituzioni e operatori sociali, di comunità politici ed economici per la mappatura delle risorse locali, legati all’ambiente e alla cultura, che siano sostenibili imprenditorialmente sulla base di una “filiera culturale”.

A conclusione, l’integrazione dei distretti identificati in un sistema più ampio di cooperazione di comunità e operatori all’interno della matrice culturale comune.

Azioni di accompagnamento alle attività, saranno la promozione di un fondo europeo della cultura per lo sviluppo di attività imprenditoriali a favore dei giovani e la promozione della giornata mondiale della cultura classica latina ed europea.

Altre informazioni:

May 21st, 2021

Promoting the communication and development of scientific research, that plays an increasingly relevant role in our society, PORTUSplus invites scholars and researchers, experts and professionals to respond to the Call for Papers Special Issue “Re-Designing the City-Port Ecosystem. The Transformative Regeneration Challenge”.

This special issue investigates the transformative capacity of regeneration efforts that re-design the city-port ecosystem, from the global to the local scale. Can they promote innovative models of resource enhancement and new systems of multi-scale relationships between city and port?

The regeneration of the city-port ecosystem needs multi-dimensional approaches to identify and re-design opportunities for change and innovation at different scales, including the local and regional level, and considering territory, landscape, infrastructure, architecture, services and products.

According to Circular Economic principles, the transformative capacity of the city-port offers a crucial lever for the re-design of regeneration approaches, reconfiguring urban, social, ecological and technological systems.

In particular, among new approaches and tools, the “7 Rs” of the Circular Economy model could support the re-design of the city-port ecosystem and identify the main fields of reflection, exploring different aspects and components of transformative capacity. This special issue welcomes theoretical and empirical contributions that aim to provide deeper insight into all aspects of:

  1. rethinking the models of innovative governance at different levels of territorial scales, with attention to co-planning and co-design processes able to promote transformative capacity and local action for city-port sustainability;
  2. reducing the consumption of energy, materials and resources by applying sustainable design principles and new smart and green technologies for port infrastructure and services;
  3. reusing existing resources, with particular attention to the protection of the maritime space, enhancement of the coastline and the urban fabric, and waterfront regeneration;
  4. repairing the components and the fabric of the city-port interface according to an ecosystem vision of the port-city relationship where the architectural project can play a driving role;
  5. renewing abandoned, degraded, or underused ports, identifying new territorial attractive capacities in the re-design of the spaces and forms of the city-port system, based on place branding of the city-port community and the enhancement of local cultural identities;
  6. recovering the waste landscapes of the city-port, with attention also to the re-design of waterfronts and interface spaces, through processes of circular urban and territorial metabolism;
  7. recycling the different kinds of resources for sustainable land and sea management in ports and coastal areas, supported by integrated and open innovation approaches and tools.

This special issue is edited Maria Cerreta, Associate Professor of Environmental Assessment and Evaluation at the Department of Architecture (DiARC) of the University of Naples Federico II, Associate to CNR IRISS and member of the Scientific Committee of RETE; Massimo Clemente, Director of CNR IRISS and Scientific Director of RETE, and Lisa Diedrich, Prof. of Landscape Architecture, Planning and Management at the Swedish University of Agricultural Sciences, Director of the Research Platform SLU Urban Futures, member of RETE Scientific Committee.

The deadline for the submission of papers is July 31, 2021.

PORTUSplus is an international, double blind peer-reviewed, open-access journal promoted by RETE – Association for the Collaboration between Ports and Cities. Its purpose is to promote the collection and dissemination of original scientific products with interdisciplinary nature, expanding and organizing information and studies focusing on topics related to the multiple dynamics of the contemporary port cities and urban waterfronts.

More info:

May 21st, 2021

Il progetto Horizon 2020 Be.CULTOUR – “Beyond Cultural Tourism” (becultour.eu, 2021-2024) recentemente finanziato con 4 M€ dalla Commissione europea e coordinato dal CNR-IRISS, ha l’obiettivo di sviluppare modelli innovativi di turismo culturale “circolare”, applicando i principii e gli approcci dell’economia circolare “human-centred” per una ripresa sostenibile del turismo culturale in Europa.

Il progetto include 15 partner europei e 6 regioni pilota in Italia (Basilicata), Svezia, Spagna, Cipro, Serbia, Romania e Moldavia.

Altre 12 regioni e network di innovazione sono invitate a partecipare al progetto attraverso una Call europea aperta fino al 30 maggio (per informazioni e application form: https://errin.eu/becultour-beyond-cultural-tourism-community).

Il progetto svilupperà e prototiperà soluzioni innovative per il turismo culturale “circolare”, tra cui soluzioni di eco-turismo innovative, scalabili e replicabili, coinvolgendo imprese, istituzioni, cittadini e visitatori attraverso processi di co-creazione e human-centred design, con un’attenzione particolare alla rigenerazione e valorizzazione del ricco patrimonio e paesaggio culturale e del patrimonio naturale nelle diverse regioni coinvolte.

Vedi anche

May 21st, 2021

The 5th European Conference on Social Networks (EUSN 2021) will be held in Naples, 7-10 September, 2021.

Continuing the traditions of previous conferences in Barcelona (2014), Paris (2016), Mainz (2017), and Zurich (2019), the conference will bring together researchers and practitioners from the social sciences in the broad sense as well as statistics, computer science, data science, physics, economics, management, humanities, and other areas dealing with network science.

Marcella De Martino and Alfonso Morvillo (CNR-IRISS), in collaboration with Fevzi Okumus (Rosen College of Hospitality Management, University of Central Florida), invite researchers and practitioners to submit a paper to the session “Value co-creation in networks” within the 5th European Conference on Social Networks (EUSN 2021), Naples, 7-10 September 2021.

This session offers a unique platform to reflect and discuss recent progresses in the analysis of value co-creation in customers-suppliers interactions, in service co-design processes and in multi-actor engagement for collaborative management within and among service networks, comprising port- logistics, tourism destinations, cultural heritage, and others service industries.

Keynote Speakers: Jürgen Pfeffer (TU Munich, Germany); Beate Volker (Utrecht University, Netherlands); Paola Tubaro (CNRS Paris, France)
The Conference will be located in the Campus of the Polytechnical School of Federico II University of Naples.

In case of unsafe epidemic conditions, the Local Organizing Committee will arrange a complete online conference.

Final decision will be announced in May.

Conference fees will vary on the basis of the conference format, ranging from 50€ (virtual) to 200€ (in-person).

Abstract Submission Guidelines:

Opening 1 April 2021, Deadline 07 June 2021

Abstracts for oral presentation to EUSN 2021 should be submitted to one of organized sessions that are listed and described here.

More info:

May 21st, 2021

PUBBLICA SELEZIONE PER IL CONFERIMENTO DI N° 1 ASSEGNO “PROFESSIONALIZZANTE” PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ DI RICERCA NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA DI RICERCA PROGETTO “Be.CULTOUR: Beyond CULtural TOURism: HUMAN-CENTRED INNOVATIONS FOR SUSTAINABLE AND CIRCULAR CULTURAL TOURISM”, FINANZIATO DALLA COMMISSIONE EUROPEA NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA HORIZON 2020, GRANT AGREEMENT N. 101004627 (CUP:B59C20001490006).

Scadenza: annullato

Si veda Avviso di selezione IRISS AR 1/2021

May 19th, 2021

May 14th, 2021

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