L’associazione IASC, all’università di Nairobi, metterà in collegamento ricercatori e responsabili politici allo scopo di migliorare le politiche di “governance” dei beni comuni.

L’associazione IASC (International Association for the Study of the Commons) fondata nel 1989 da Elinor Ostrom, si dedica ancora oggi a mettere in collegamento ricercatori attivi in ambiti di ricerca multidisciplinari e responsabili politici allo scopo di migliorare la governance e la gestione dei beni comuni.
La conferenza globale, quest’anno alla XIX edizione, dal titolo The Commons we want: Between historical legacies and future collective actions, si tiene all’Università di Nairobi, Kenya. In essa, 11 gruppi di lavoro su topic diversi, lavoreranno proprio allo scopo di mobilitare questo dibattito. Il discorso sui beni comuni sarà messo in scena in modo da esplorare ampiamente i contributi del concetto di beni comuni per costruire la resilienza nelle crisi.
Nell’ambito del Panel 11.3, “Conceptualizing Commons and the Community Economy for Economists”, coordinato da Tine de Moor (Rotterdam School of Management, Erasmus University Rotterdam) e Irene Van Staveren (Institute of Social Studies (ISS) of Erasmus University Rotterdam), l’IRISS, con M. Patrizia Vittoria, collabora con Riccardo Buonanno, dottorando presso l’Università di Coimbra, Portogallo allo scopo di presentare un paper in open science (economia e filosofia) per un’analisi che possa integrare nel modello di economia istituzionalista per l’analisi dei commons (IAD framework) le ontologie del Nuovo Materialismo.
Teorizzato soprattutto nella fisica quantistica e nella filosofia, è lungo la strada del Nuovo Materialismo che un emergente kit di strumenti analitici potrebbe essere esteso al discorso del valore economico. Ciò che motiva la ricerca, è la possibilità di un new ecological deal nella teoria dei beni comuni, mentre la governance non è più basata su relazioni binarie del tipo umano-non umano. Il Nuovo Materialismo ci invita a passare da una visione di governance policentrica, il cui risultato è fornito in termini di efficienza attraverso istituzioni normative, a una governance intesa come intra-azione, cioè una zona di indistinzione tra le categorie usuali di comunità e risorsa.
La ricerca, in altre parole, conduce ad un risultato consistente con l’idea che alcune delle chiavi di lettura neo-materialiste possano guidare lo studio economico della governance dei beni comuni attraverso due innovazioni categoriali: considerare il Tempo, anziché la terra, come una “risorsa” da rendere non scarsa; reinventare l’Agency, da comunità umana in relazione a una risorsa, a superficie di immanenza.
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