Institute for Research on Innovation and Services for Development

Resilience - Innovation - Sustainable Development Transparency – Organization – Meritocracy

PUBBLICA SELEZIONE PER IL CONFERIMENTO DI N° 1 ASSEGNO PROFESSIONALIZZANTE PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ DI RICERCA NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI RICERCA “CLIC ITALIA”. DUS.AD017.203

December 13th, 2023

Fig.3. Schematica delle traiettorie di flusso e del regime di fusione del pennacchio (hot spot) d’Islanda in relazione alle zone di rift vulcanico (giallo) e alle zone off-rift (gradienti dal giallo al verde verso il blu).

Tutti conosciamo la massima che recita “Il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Questa è la frase che meglio esprime la teoria dell’Effetto Farfalla. Alla base del fenomeno, sta dunque il fatto che un singolo evento o una singola scelta possano cambiare radicalmente una giornata, una vita, non solo quella del singolo individuo, ma del mondo intero.

Ma andando per gradi possiamo affermare che la teoria non si limita all’aspetto filosofico, anzi, si basa su importanti fondamenta matematiche.

Il termine “Effetto Farfalla” nasce dal lavoro del meteorologo e matematico americano Edward Lorenz. Il clima è un sistema estremamente complesso e la sua complessità risiede nel fatto che dipende da un numero di fattori immenso, come la pressione e la temperatura atmosferica.

Aveva scoperto una proprietà fondamentale dei sistemi caotici: la dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali, meglio nota come effetto farfalla.

Per approfondire, realizzò un sistema più semplice formato da sole 3 equazioni differenziali, che sul piano tridimensionale hanno la forma di una doppia spirale, come una farfalla. Questa figura prende il nome di attrattore di Lorenz cherappresenta, una traiettoria che il sistema continua a percorrere senza mai stabilizzarsi in una configurazione finale.

Tale effetto è già accaduto nel 2010 con l’eruzione del vulcano Eyjafjöll, presente nella parte meridionale dell’Islanda, che è consistita in una serie di eventi di natura vulcanica. A seguito della seconda eruzione si è verificato un blocco del traffico aereo a causa della nube di cenere che si è diffusa nell’atmosfera. Dal 15 al 23 aprile 2010 lo spazio aereo di gran parte dell’Europa fu completamente interdetto, con ovvie ripercussioni a scala planetaria. Nelle settimane successive si registrarono altre chiusure e disagi nei paesi dell’Europa Centrale, fino al 9 maggio dello stesso anno. La IATA ha stimato una perdita di circa 200 milioni di dollari al giorno per le compagnie di trasporto aereo raggiungendo cifre stratosferiche con circa $3 miliardi e oltre 100.000 voli cancellati.

L’Islanda è un’isola di origine vulcanica, geologicamente giovane (circa 20 milioni di anni) e ancora in corso di formazione. La geologia di quest’isola è molto particolare, e costituisce la più ampia parte emergente della lunga dorsale medio-atlantica. (Fig.1)

La nascita geologica dell’Islanda é causata dalla presenza della dorsale medio atlantica, che si allontana di circa 2 cm/anno, ed un “Hot spot” (punto caldo) (Fig.3). Ciò ha creato le condizioni necessarie affinché nella zona occupata oggi dall’Islanda si realizzasse, sul fondo oceanico, un’intensa attività eruttiva che col tempo ha fatto accumulare materiale eruttivo da far nascere l’isola islandese. L’Islanda ha quindi un’origine esclusivamente vulcanica e ben visibile tutt’oggi con moltissimi vulcani sparsi su tutta l’isola (Fig.2)

L’isola conta oltre 130 vulcani, fra attivi e inattivi. Sotto l’isola si trovano all’incirca 30 sistemi vulcanici attivi (considerati tali dalla geologia se hanno eruttato negli ultimi 10.000 anni), in tutte le zone del Paese tranne la Vestfirðir. Alcuni, come Hekla e Krafla, hanno eruzioni circa ogni 10 anni. Sono tutti compresi negli Altopiani d’Islanda.

Negli ultimi mesi l’Islanda è alle prese con una crisi eruttiva incombente: un piccolo campo vulcanico, da tempo inattivo, vicino alla capitale Reykjavik sta mostrando segni di risveglio. L’attività sismica e la deformazione del terreno sono aumentate negli ultimi giorni, spingendo le autorità a monitorare attentamente la situazione.

I geologi dell’Ufficio Meteorologico Islandese (IMO) stanno lavorando H24 per valutare la potenziale minaccia e determinare il livello di rischio di eruzione del vulcano. L’ultima eruzione nella regione si è verificata a partire da agosto 2023 e gli scienziati concentrati a comprendere le dinamiche geologiche attuali.

I circa 3400 residenti della locale cittadina di Grindavik sono in stato di massima allerta e le autorità hanno attuato le misure precauzionali rispettando i piani di evacuazione in caso di imminente eruzione. Il governo ha esortato i cittadini a tenersi informati attraverso i canali ufficiali e ad essere pronti a seguire ulteriori ordini di evacuazione. Infatti, i funzionari islandesi si stanno coordinando con le agenzie internazionali per condividere le informazioni e garantire in tempi utili la gestione di un’eventuale eruzione.

La crisi eruttiva del piccolo vulcano islandese sta causando forti preoccupazioni nel mondo, in quanto le nubi di cenere potrebbero influenzare i viaggi aerei intercontinentali e comportare dei gravi rischi catastrofali con sostanziali ricadute di tipo economico/sociale ed ambientale.

Bibliografia essenziale

  1. Celli, Lebedev et al., The tilted Iceland Plume and its effect on the North Atlantic evolution and magmatism, Earth and Planetary Science Letters, Volume 569, 2021, 117048, ISSN 0012-821X, https://doi.org/10.1016/j.epsl.2021.117048.
  2. Ito, Garrett et al. “The origin of shear wave splitting beneath Iceland.” Geophysical Journal International201 (2015): 1297-1312.
  3. Shen, Yang et al. “Seismic evidence for a tilted mantle plume and north–south mantle flow beneath Iceland.” Earth and Planetary Science Letters197 (2002): 261-272.
  4. Wearden, Graeme, Ash cloud costing airlines £130m a day, in The Guardian, 16 aprile 2010. URL consultato il 14 dicembre 2023.
  5. Wolfe, Cecily J. et al. “Seismic structure of the Iceland mantle plume.” Nature 385 (1997): 245-247.

December 13th, 2023

L’8 dicembre u.s., i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul testo del regolamento sull’intelligenza artificiale, stabilendo il primato globale dell’Unione nella legislazione in materia (destinata ad entrare integralmente in vigore non prima di due anni dalla sua adozione, il che potrebbe comportare un’obsolescenza precoce di talune delle regole ivi previste). L’esigenza principale alla base del dialogo istituzionale durato diversi anni era nel trovare un contemperamento tra la tutela dei diritti dei singoli e l’incentivazione degli investimenti in un asset strategico non solo dal punto di vista economico.

L’approccio seguito è basato sul rischio: quanto più alto è il pericolo di interferenza sui diritti individuali, tanto più severe sono le norme.

Rispetto alla proposta iniziale della Commissione, il testo introduce norme sui modelli di AI general purpose suscettibili di generare futuri rischi sistemici, nonché sulle applicazioni di AI ad alto rischio (capaci cioè di incidere su diritti fondamentali quali la salute, il lavoro, la giustizia), anche attraverso la supervisione affidata a umani; l’imposizione agli operatori di un obbligo di realizzare una previa valutazione d’impatto massimizzando il ricorso a misure di risk management(in base al principio di precauzione già sperimentato in altri ambiti). Le aree escluse dalla normativa sono, tipicamente, quelle della sicurezza nazionale, in cui è preservata l’autonomia degli Stati membri, e dei sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari o di difesa, di ricerca e innovazione, nonché a titolo non professionale.

L’accordo prevede un livello orizzontale di protezione, per cui i modelli fondazionali di AI recanti un rischio limitato sono soggetti a oneri di trasparenza, come ad es. quello di avvisare che il contenuto è stato generato dall’AI ai fini di una sua utilizzazione informata, mentre quelli che comportano rischi più elevati (ad alto impatto, ossia quelli alimentati con una gran quantità di dati e maggiormente performanti) sono sottoposti a requisiti rigorosi. Alcuni usi sono vietati, in quanto intrusivi e discriminatori o perché costituiscono minaccia per gli individui: la manipolazione comportamentale cognitiva di persone o gruppi vulnerabili specifici (ad es. giocattoli attivati vocalmente che incoraggiano comportamenti pericolosi nei bambini); la classificazione sociale in base al comportamento, al livello socioeconomico, alle caratteristiche personali (il cd. social scoring); i sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi accessibili al pubblico oppure “a posteriori” ove non autorizzati dal giudice, anche in funzione dell’esercizio della cd. polizia predittiva (che si avvale di strumenti di profilazione, determinazione dei luoghi frequentati dal soggetto oppure analisi di pregresse condotte criminali, di riconoscimento delle emozioni, o, infine, l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale.

La mancata conformazione agli obblighi comporta l’irrogazione di sanzioni variabili da 7.5 milioni di euro (oppure l’1,5 del fatturato) a 35 milioni di euro (oppure il 7% del fatturato), in base alla gravità dell’infrazione e alla dimensione dell’impresa responsabile di detta violazione.

A breve l’adozione ufficiale di questo regolamento dalla portata epocale, ma l’attesa non è scevra di un certo scetticismo sulla concreta efficacia e attuabilità delle sue norme. L’alternativa possibile dell’utilizzazione di strumenti di soft law (ossia, ad es., di codici di autoregolamentazione) elaborati dagli stessi stakeholder avrebbe potuto produrre una marcata asimmetria tra operatori e utenti, anche nei loro mutui rapporti e a diversi livelli. Una combinazione dei due strumenti e un intervento meno ramificato delle giurisdizioni statali potrebbero soddisfare le esigenze di un impianto normativo stabile ma sufficientemente flessibile da accogliere le immaginabili evoluzioni tecnologiche del prossimo presente.

December 13th, 2023

In una decisione emessa il 27 novembre 2023 ((2023) Jing 0491 Min Chu No. 11279), un tribunale cinese, la Bejing Internet Court, ha stabilito che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale possono godere della protezione della legge sul copyright. La sentenza, la prima del suo genere in Cina, è in diretto contrasto con il requisito della paternità (umana) dell’opera previsto, ad esempio, expressis verbis, dalla legge statunitense sul diritto d’autore e potrebbe avere implicazioni di vasta portata.

Il ricorrente ha utilizzato un servizio di intelligenza artificiale per generare l’immagine di una donna, successivamente pubblicata su una piattaforma di lifestyle chiamata Xiaohongshu, nota anche come «Little Red Book». Un blogger cinese ha poi utilizzato l’immagine così generata in un post sulla piattaforma Baijiahao, senza chiedere l’autorizzazione del ricorrente, il quale lo citava in giudizio per asserita violazione del diritto d’autore, sostenendo l’originalità del proprio «investimento intellettuale» consistente nella selezione e nell’opportuna disposizione degli input necessari alla generazione dell’immagine in questione (una serie di suggerimenti e parametri creativi che gli utenti dell’AI generativa inseriscono nel sistema per istruirlo e indurlo a produrre un output coerente).

Si pensi alle immagini dei quartieri napoletani stile Pixar prodotte dall’AI dietro indicazioni di Daniele Vergone, che dimostrano come l’accuratezza o l’approssimazione delle istruzioni possono produrre risultati prossimi o molto lontani dalla realtà.

Ebbene tale investimento è analogo a quello dei fotografi che regolano manualmente apparati fotografici del primo Novecento al fine di ottenerne il risultato desiderato (per vederne alcuni in funzione basta recarsi a via Toledo a Napoli, dove è possibile farsi ritrarre in rigoroso old-style da alcuni fotoartisti di strada).

In tal caso, è pacifico che il fotografo sia riconosciuto come autore della fotografia. La condanna pecuniaria inflitta al blogger (550 Yuan, l’equivalente di quasi 70 euro, incluse le spese processuali) non è esemplare come il principio che sembra essere stato stabilito, per il quale un’immagine generata dall’AI, ove costituisca il prodotto dell’investimento intellettuale ‘originale’ di un essere umano, dovrebbe essere considerata un’opera protetta dalle leggi sul diritto d’autore, con la conseguenza di incentivare gli individui a utilizzare l’AI per scopi creativi, con possibile ridondanza sulla verifica dell’effettiva paternità dell’opera. Sarà interessante vedere gli sviluppi in grado di appello, ove il soccombente decida di accedervi.

Com’è noto, il diritto d’autore tutela solo le espressioni originali creative delle idee e non le idee stesse – e l’originalità dovrebbe consistere, nel caso di specie, nella selezione e disposizione dei vari elementi chiave di un’immagine, come linee, colori e forme. Potrebbe sostenersi che i suggerimenti dati dall’”artista” alla AI (ad es., «ambiente esterno», «viso altamente dettagliato, simmetrico e attraente», «pelle perfetta», «occhi neri da sogno», «trecce bruno-rossastre», «gambe lunghe», etc.) rappresentino solo un’idea piuttosto che l’espressione di tale idea, in ragione della loro natura meramente descrittiva di un risultato. D’altro canto, egli avrebbe provveduto alla scelta dei modelli e al successivo adattamento dei parametri, conformandone l’output al proprio gusto estetico dopo numerosi tentativi.

[foto estratte dalla sentenza citata]

Il tribunale sembra dunque allinearsi alla giurisprudenza Dreamwriter, nella quale, per superare l’ostacolo della paternità non-umana delle opere, veniva riconosciuto un fondamentale apporto umano nel processo creativo dell’AI, vale a dire: costruzione dell’algoritmo, attività di selezione, input e organizzazione dei dati, settaggio dei parametri dell’algoritmo e degli indirizzi stilistici (cfr. District People’s Court in Shenzhen Tencent Computer System Co., Ltd. v. Shanghai Yingxun Technology Co., Ltd. ((2019) Yue 0305 Min Chu 14010) ((2019)粤0305民初14010号) del 25 novembre 2019). Resta tuttavia, pur con l’utilizzo di strumenti analoghi, un piccolo margine di variabilità del risultato finale del procedimento, dovuto alla casualità del rendering (come nel caso degli esitidi un processo avviato con ChatGPT), sebbene esso non sia tale da sovvertire il criterio della somiglianza sostanziale.

Quanto precede impone una comparazione con la normativa statunitense, che protegge opere originali e ne considera autori i soli esseri umani (ai cui elementi inseriti nel processo creativo è pertanto limitata la tutela), un’interpretazione corroborata da una pratica costante dello US Copyright Office (v., da ultimo, il caso Théâtre D’opéra Spatial del 5 settembre u.s.) che nega recisamente l’ipotesi di una paternità non umana, assumendo pertanto una posizione poco indulgente nei confronti del co-creatore umano, negando originalità agli elementi da esso inseriti in un processo creativo concluso da una AI.

Sembra che l’opposizione tra i due orientamenti risieda nella fase in cui possa riconoscersi ad un determinato elemento la dignità di protezione giuridica: per il giudice cinese il momento retrocede all’attività di concezione, programmazione, affinamento degli elementi propedeutici per il risultato (e si traduce in una tutela rafforzata dei diritti di proprietà intellettuale ottenuti con l’uso di strumenti di AI altrimenti insidiata e soverchiata da potenziali plagiari), mentre l’approccio dell’ufficio statunitense induce a verificare la presenza di un prodotto originale umano tangibile anche nell’output del processo (con ciò rendendo più difficoltoso e lento l’accertamento e, di conseguenza, più agevole la via per l’appropriazione abusiva).

December 13th, 2023

Al fine di favorire l’iscrizione al percorso di studio, gli enti sostenitori – Fondazione Aldo della Rocca, Comune di Prato e Fondazione Finanza Etica – finanziano in totale 8 borse di studio di 1.200 € ciascuna a copertura parziale della quota di iscrizione al Master di II livello “Città di Genere. Metodi e tecniche di pianificazione e progettazione urbana e territoriale”.

Il master universitario di II livello, giunto alla seconda edizione, è organizzato dall’Università degli Studi di Firenze in collaborazione con il CNR IRISS di Napoli, il Politecnico di Bari, l’Università di Napoli “Federico II”, l’Università di Palermo, l’Università di Trieste e La Sapienza Università di Roma. Le borse di studio saranno assegnate a seguito di selezione indetta e coordinata dal PIN S.c.r.l. Servizi Didattici e Scientifici per l’Università? di Firenze.

Possono accedere alla selezione laureate e laureati magistrali (laurea di secondo livello o a ciclo unico) in tutte le discipline, provenienti da università, italiane e straniere, che abbiano già presentato domanda di ammissione al master presso l’Università di Firenze entro il 15 dicembre 2023 (pagina web https://www.unifi.it/master#interuniversitari).

La domanda di partecipazione alla selezione per la borsa di studio, redatta sui moduli allegati al bando, indirizzata al PIN Scrl., Piazza Giovanni Ciardi 25, 59100 Prato, dovrà pervenire, completa di tutti gli allegati, esclusivamente via e-mail all’indirizzo comunicazione@pin.unifi.it entro e non oltre le ore 17:00 di venerdì 12 gennaio 2024.

La Commissione valuterà l’insieme dei titoli presentati e la motivazione alla partecipazione al master insieme alla dichiarazione relativa al reddito secondo le modalità specificate nel bando disponibile sul sito web PIN al seguente link: https://www.pin.unifi.it/borsa-studio-master-citta-di-genere

Per ulteriori informazioni, rivolgersi alla tel. 0574.60.25.43, e-mail: comunicazione@pin.unifi.it.

Per informazioni:
Gabriella Esposito
CNR – Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo
g.esposito@iriss.cnr.it
0812470968

Vedi anche:

December 7th, 2023

Le pratiche di commoning urbano si sono imposte, da almeno un decennio, all’attenzione delle scienze sociali. Gli studi prodotti seguono per lo più scelte metodologiche di tipo qualitativo. Ciò che motiva una simile scelta è, innanzitutto, l’indefinitezza dell’oggetto di analisi. Nel caso specifico dei commons, la questione definitoria incontra la natura essenzialmente polisemica della nozione stessa. Nell’aggiornare la strumentazione analitica in uso, alcuni lavori si posizionano, dal punto di vista metodologico, nel superamento della agenzialità del Soggetto umano di conoscenza. Questi partono dalla critica della Rappresentazione, ampiamente utilizzata dall’analisi economica ortodossa, per studiare i commons urbani nel loro legame inestricabile tra metodo, soggetto e oggetto di ricerca. Le tecniche utilizzate variano dall’uso di narrazioni speculative alle immagini proprie dell’antropologia visuale. L’intenzione è di favorire la messa a tema e la performatività degli intrecci (entanglements) istituzionali di commoning.

Il seminario sarà dedicato alla discussione di due lavori di ricerca sui commons napoletani condotti entro originali traiettorie di analisi post-qualitativa (Lather 2016; St. Pierre 2021).

Napoli è il luogo in Europa di una delle sperimentazioni più interessanti in materia di commons urbani. Il territorio della Città Metropolitana ospita dodici pratiche di tal genere, nate dalla riappropriazione conflittuale, da parte di comunità eterogenee, di spazi sottoutilizzati e/o abbandonati in dote al patrimonio pubblico. Negli anni, queste esperienze si sono rivelate luoghi in cui l’attivismo era indistinguibile dalla formazione politica, dalla produzione di conoscenza e di ricerca. I due lavori di ricerca presentati sono rivolti, il primo ad una discussione per diffrazione tra Ostrom e Barad, sul tema del successo dei commons, con una fabulazione avente ad oggetto l’Asilo Filangieri. Ed il secondo, alla presentazione di un’esperienza di antropologia visuale condotta nello Scugnizzo Liberato.

Dopo il saluto istituzionale del Direttore, i lavori sono introdotti da M. Patrizia Vittoria e quindi continuati dai relatori/discussant ospitati, secondo il seguente programma

 

16:00 Saluti istituzionali

Massimo Clemente (Direttore CNR-IRISS)

16:15 Commons Institutions do Matter: Neo-Institutionalism once diffracted through New Materialist ontologies. Insights from L’Asilo, Naples

Maria Patrizia Vittoria (Economia, CNR-IRISS)

Riccardo Buonanno (Ecologia politica, Centro de Estudos Sociais – Università di Coimbra, Portogallo)

Discussant: Roberto Sciarelli (Ecologia politica, Centro de Estudos Sociais – Università di Coimbra, Portogallo; Attivista Scugnizzo, Napoli)

17:15 Vita Scugnizza – Racconti in comune, Produzioni dal Basso/ad est dell’equatore, Napoli 2023

Silvia Giachello (Sociologia dei Processi Culturali e della Comunicazione, Antropologia visuale – Politecnico di Torino)

Gaetano Quattromani (Sociologia, Università di Napoli “Federico II”)

Roberto Pollio (Geopolitica del Mondo Contemporaneo, Université Paris-Saclay)

Discussant: Martina Locorotondo (Urban Studies, De Montfort University, Leicester, UK; Attivista Scugnizzo, Napoli).

 Media

December 6th, 2023

Una foto di Claudia Trillo

Una foto di Claudia TrilloIl Cnr Iriss ricorda con stima e commozione la Prof.ssa Claudia Trillo, prematuramente scomparsa.

Giovedì 7 dicembre 2023, dalle h. 17.00 CET, Gabriella Esposito, in occasione della cerimonia commemorativa organizzata dalla Salford University, condividerà il suo ricordo della Prof.ssa Trillo con la quale i colleghi del Cnr hanno sviluppato studi e progetti di ricerca in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e le Università di Salford e Bradford.

Per partecipare alla cerimonia, collegarsi sulla piattaforma Teams.

December 5th, 2023

Nel lungo articolo, pubblicato su “Wall Street Italia”, lo ‘studio sui Campi Flegrei’, che cita testualmente:

“In particolare, il tema è stato affrontato e approfondito nel dettaglio da una ricerca intitolata “I rischi catastrofali. Azioni di mitigazione e gestione del rischio”, scritta da Antonio Coviello (ricercatore CNR-IRISS e docente di Marketing Assicurativo nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) e Renato Somma (ricercatore INGV ed associato CNR-IRISS), al quale hanno contribuito esperti e ricercatori di varie afferenze e competenze, pur non avendo pretesa di esaustività o di proposte definitive per la soluzione dei problemi esposti, costituisce tuttavia una disamina avanzata e multidisciplinare dei problemi posti dai rischi maggiori, anche in relazione ai cambiamenti climatici ed al recente fenomeno pandemico. Lo studio ha dimostrato che gli impatti dell’emergenza nei Campi Flegrei potrebbero essere parecchio onerosi, specie senza la necessaria opera di prevenzione”. (…)

December 5th, 2023

Il 29 novembre 2023, presso la Sala D’Ambrosio del Centro LUPT dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, si è tenuta una tavola rotonda: “Pratiche innovative per uno sviluppo sostenibile di comunità resistenti”. L’evento, organizzato nell’ambito del progetto “Calabria Creative Living Lab” (CALL), ha permesso di costruire un confronto tra diversi casi studio individuati nel contesto del progetto Calabria Creative Living Lab.

Il progetto “CALL (CAlabria creative Living Lab)”, sviluppato dall’azienda Auris Scarl in partenariato con il CNR-IRISS, propone un approccio fondato su una logica incrementale per i processi di valorizzazione culturale della Regione Calabria.

A partire dall’analisi dei fabbisogni esplicitati dai tre comuni pilota Comune di Squillace, Stalettì, Taverna in una prima fase, la giornata è inquadrata come parte della costruzione del sistema della conoscenza attraverso lo studio delle pratiche nazionali ed internazionali e l’analisi del contesto territoriale dei casi studio.

Dalla costruzione di un “Database delle pratiche nazionali ed europee”, la tavola rotonda ha restituito una lettura dei casi studio comparata, esaminando:

  • Processi e Approcci: L’analisi ha messo in luce le strategie adottate per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, evidenziando come l’innovazione possa essere applicata per rispondere efficacemente ai bisogni delle comunità.
  • Attori Coinvolti: Si è discusso il ruolo cruciale della collaborazione tra enti pubblici, imprese, comunità locali e stakeholders nel promuovere pratiche di sviluppo sostenibile e inclusivo.
  • Strumenti di Innovazione: L’evento ha esplorato l’importanza dell’innovazione tecnologica, sociale e imprenditoriale, con un focus sulle imprese culturali creative come motore di cambiamento e crescita.
  • Valorizzazione del Patrimonio e Rigenerazione Urbana: Sono state discusse azioni concrete per la valorizzazione del patrimonio culturale e per la rigenerazione urbana, enfatizzando l’importanza dell’inclusione e della partecipazione attiva della comunità.
  • Ostacoli Incontrati: Un’analisi degli ostacoli giuridici, ambientali, culturali e tecnologici ha offerto spunti per future strategie volte a superare le sfide nel percorso.

Il seminario è stato coordinato da Emanuela Coppola docente DiARC Università Federico II e Associata CNR-IRISS e Eleonora Giovene di Girasole Ricercatore CNR-IRISS. La giornata è stata aperta dai saluti istituzionali di Marina Albanese, Direttrice del Centro LUPT, Massimo Clemente, Direttore del CNR-IRISS, e Fortunato Cozzupoli di AURIS e Coordinatore del Progetto CALL, che hanno sottolineato l’importanza della collaborazione e dell’innovazione per la valorizzazione del territorio.

Organizzato da LUPT e CNR-IRISS, con il patrocinio dell’INU Campania e grazie al contributo di ricercatori, artisti, attivisti, mediatori territoriali e operatori nel campo della costruzione di processi partecipativi, l’evento ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato e collaborativo al governo del territorio basato sulle pratiche comunitarie, attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e l’adozione di tecnologie innovative.

Gli interventi alla tavola rotonda “Pratiche innovative per uno sviluppo sostenibile di comunità resistenti” hanno coperto una vasta gamma di temi e progetti che riflettono l’impegno verso lo sviluppo sostenibile e l’innovazione nei territori coinvolti.

Latronico: A cielo aperto di Pasquale Campanella e Bianco-Valente ha esplorato le possibilità di utilizzare l’arte e lo spazio pubblico per rivitalizzare le comunità e creare nuove forme di interazione sociale e culturale.

Il progetto di arte pubblica a Latronico si propone di realizzare una ‘residenza di comunità’ e di contribuire alla costruzione di un museo diffuso all’aperto, coinvolgendo artisti nella creazione di opere permanenti in dialogo con l’ambiente montano e intervenendo nello spazio urbano con progettualità partecipate. Questa iniziativa, avviata nel 2008, ha trasformato la parte antica del paese in un “museo diffuso” che mira a riconnettere gli abitanti con i loro vicoli spopolati.

Il progetto mira a sperimentare nuovi modelli di progettazione urbana, utilizzando l’arte come strumento di sviluppo territoriale. Gli artisti, attraverso residenze e interventi, collaborano con le comunità locali per reinterpretare la storia del luogo e costruire un patrimonio culturale condiviso. L’obiettivo è superare l’ornamentazione vuota dell’arte pubblica, favorendo il coinvolgimento significativo delle persone e promuovendo la condivisione pubblica di valori e significati.

Il processo artistico a Latronico, iniziato nel 2008, ha generato un dinamico network attraverso collaborazioni con artisti come Bianco-Valente, Pasquale Campanella, e altri. La residenza di comunità, workshop, e opere permanenti hanno plasmato uno spazio pubblico unico. L’approccio immateriale dell’arte, incorporato nella narrazione della comunità, si traduce in esperienze durature che contribuiscono alla costruzione di un “museo diffuso.” Gli artisti, accolti presso lo Spazio per il Contemporaneo, promuovono una nuova forma di convivialità, trasformando il territorio e sostenendo l’innovazione sociale attraverso l’arte partecipata.

Il borgo-museo di Luicciana-Cantagallo presentato da Daniela Poli, ha mostrato come un borgo possa trasformarsi valorizzando il patrimonio storico e culturale.

La ricerca si inserisce nel contesto della rigenerazione urbana, con particolare attenzione alla località di Luicciana. Il borgo, caratterizzato da un ricco patrimonio storico e artistico, è al centro di un processo volto a valorizzarne l’identità culturale e a riconnetterlo al contesto paesaggistico circostante. Tale iniziativa si propone di attivare sinergie tra la comunità locale, gli artisti e gli attori del territorio, con l’obiettivo di trasformare Luicciana in un polo di riferimento per l’arte pubblica, l’arte ambientale e il museo all’aperto.

Il progetto mira innanzitutto a riattivare i circuiti artistici preesistenti, promuovendo un coinvolgimento attivo della comunità locale. Gli obiettivi specifici includono la valorizzazione del patrimonio storico, la creazione di residenze d’artista, l’implementazione di progetti di digitalizzazione e la diffusione dell’arte nel territorio circostante. L’accento è posto sulla creazione di reti orizzontali di cooperazione nel contesto rurale, con particolare attenzione a iniziative di mobilità dolce, turismo sostenibile e valorizzazione delle attività agricole.

Il percorso di ricerca ha prodotto un circuito d’arte ambientale, arricchendo il paesaggio di opere site-specific e land art. La collaborazione tra artisti, comunità e istituzioni ha permesso la realizzazione di interventi di restauro e di nuove opere nel nucleo storico di Luicciana. L’attuazione di iniziative innovative, come l’Ecomuseo e il Parco di Arte in Natura, ha contribuito a rafforzare l’identità del borgo. L’approccio inclusivo ha coinvolto attivamente la popolazione, posizionando l’arte come elemento centrale per la rigenerazione e la costruzione di un modello sostenibile per il territorio.

La rivoluzione delle seppie con il caso Belmondo di Rita Elvira Adamo si propone come un innovativo approccio alla progettazione urbana, basato sulla connessione profonda tra le persone e i luoghi che condividono. Concentrandosi su Belmonte Calabro, questo lavoro collaborativo si inserisce in un contesto più ampio della sfera pubblica, mirando a massimizzare il valore condiviso attraverso processi partecipativi. La prospettiva del design urbano si fonde con l’attenzione alle identità culturali e sociali del territorio, avviando un processo di trasformazione sostenibile.

Il progetto intende promuovere una migliore progettazione urbana, facilitando modelli d’uso creativi con attenzione alle identità culturali e sociali del territorio che definiscono il luogo e ne supportano le trasformazioni. L’ecosistema entro cui si agisce è determinato dalla domanda sociale e culturale, rivolta ad affrontare le problematiche conseguenti agli effetti della globalizzazione e dello spopolamento delle aree marginali. La costruzione di nuovi spazi ad uso pubblico, l’intervento temporaneo, il recupero del patrimonio cittadino e della memoria del luogo sono solo alcuni degli obiettivi del progetto BelMondo che nasce dalla volontà di dare forma concreta all’idea di un luogo aperto, inclusivo e in costante trasformazione culturale e sociale.

Il processo in corso, avviato nel 2017, ha generato un network dinamico attraverso eventi come Crossings, residenze, simposi e laboratori. La Casa di BelMondo, insieme a progetti come TranGuilla, rappresenta il fulcro fisico di questa innovativa rigenerazione urbana, creando uno spazio dove l’architettura partecipata ha trasformato immobili pubblici, inclusi il Mercato ortofrutticolo e la creazione di una Piazza Mercato simbolica. Parallelamente, l’immaginario di BelMondo offre uno spazio virtuale per sessioni collettive a distanza, contribuendo a definire l’identità e il futuro di questo territorio.

Territorintraprendenti-Percorsi per una comunità in movimento, riflessiva e generativa nei luoghi del possibile di Alfonso Raus ha messo in luce iniziative volte a stimolare la partecipazione comunitaria.

Si configura come un progetto di trasformazione e rigenerazione del territorio di Roccaporena di Cascia, basato sulla partecipazione e il confronto costruttivo. L’obiettivo principale è contribuire allo sviluppo del territorio partendo dagli elementi della sua identità, coinvolgendo la comunità locale e risorse umane provenienti da livelli regionali e nazionali. Il progetto mira a costruire una “comunità di riferimento” attraverso pratiche collaborative, promuovendo la creazione di una rete di attori e territori.

Utilizza il Capability approach per valorizzare le conoscenze, esperienze, competenze e attitudini locali come risorse chiave per affrontare le sfide della comunità e dell’economia locale. Il progetto si concentra sulla creazione di strutture interconnesse di empowerment e abilitazione attraverso un processo multidirezionale di rigenerazione. La piattaforma collaborativa “Territori Intraprendenti” è centrale, fungendo da infrastruttura che permette al territorio di definirsi come attore collettivo, incorporando il capitale fisico e socio-culturale latente.

Propone la costituzione di un Distretto Digitale Territoriale, utilizzando “Territori Intraprendenti” per coinvolgere la comunità nella co-progettazione e nello sviluppo di iniziative condivise. Il progetto prevede iniziative come la creazione di un Distretto del Turismo Lento e Responsabile, laboratori di autocostruzione, residenze in cohousing per l’arte e la cultura, promozione di una Comunità Energetica ecosostenibile e la valorizzazione del patrimonio di Roccaporena. Gli spazi di azione e di relazione promuovono l’inclusione e l’empowerment, creando percorsi condivisi tra scuole e comunità attraverso strumenti digitali innovativi. Le pratiche artistiche partecipative diventano un terreno fertile per nuove forme di responsabilità e azione sociale, contribuendo a una trasformazione significativa della realtà locale.

La diffusione di progetti territoriali da parte degli artisti sottolinea le azioni generative delle pratiche artistiche e culturali attraverso la collaborazione comunitaria. La tavola rotonda ha coinvolto gli attori che hanno attivato questi processi e hanno così contribuito a sviluppare connessioni vibranti e significative tra individui e il loro contesto culturale e geografico.

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November 29th, 2023

Un recente dibattito riapre la questione del commoning come modalità di uso e gestione delle risorse. Il tema è maggiormente sentito in ambito urbano, laddove si lamenta, da un lato, il diffuso default degli strumenti di pianificazione (piani urbanistici), forse troppo complessi per il necessario e frequente bisogno di aggiornamento cosi come delle ricette di policy che non riescono ancora a reindirizzare i gravi problemi connessi alla gestione del Debito, cosi come dei numerosi casi di abbandono di beni immobili nonché dell’ampio sottoutilizzo degli spazi pubblici. Rispetto a tali problematiche, appunto, la formazione di comunità ispirate al principio dei commons è riuscita a fornire risposte interessanti.

Ma che cosa sono i commons? Che cosa significa ispirarsi ai loro princìpi? E perché, in alcuni casi, sembrano rispondere meglio dell’impresa, sia di quella pubblica che privata, ai bisogni dei cittadini e della economia locale nel suo complesso? Pur nella diversità che caratterizza le diverse comunità, il nostro discorso cercherà di indirizzare alcuni di questi quesiti e di rivedere al meglio le stesse domande, che sempre più diffusamente si pongono in questa materia.

Un altro tema che ritorna con maggiore forza, riguarda la differenza tra le città rispetto al fenomeno della formazione di queste comunità. Allorché alcune città o regioni sembrano più ricche di altre rispetto a questo tipo di azione collettiva. Laddove, forse la variabile più significativa è quella della relazionalità che si esprime nella società e che, in diversi modi, riesce a interessare anche le dinamiche alla base degli scambi economici.

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November 22nd, 2023

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