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Nell’“Anno delle radici italiane” (2024) indetto dal Ministero degli Esteri, arriva la ricerca di Antonio Coviello, ricercatore/economista dell’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Cnr-Iriss), dal titolo “Turismi sostenibili nell’economia italiana: dal turismo delle radici al turismo di lusso”, pubblicata nel volume “Turisti per caso. Migrazioni e viaggi delle radici” (a cura di M.Tirabassi), nella Collana scientifica Centro Altreitalie sulle Migrazioni Italiane.
Coviello, che è responsabile scientifico del progetto di ricerca in “Destination Management” per la valorizzazione dei territori dell’Istituto napoletano del Cnr e professore nel Dipartimento di Economia/Green Economy (CdL Economia, Management e Sostenibilità) nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli (in “condivisione di personale Cnr”), ripercorre il filone di ricerca in materia di turismo (sostenibile, del lusso, delle radici, ecc.), dopo aver pubblicato capitoli specifici sul Turismo di Lusso nei precedenti “Rapporti sul turismo italiano” (nelle edizioni XXIV e XXV/anni 2019-2022), edito dal Cnr Edizioni in open access.
“Il turismo in Italia rappresenta un elemento importante nell’economia; esso genera direttamente circa il 5% del PIL e incide indirettamente sul 13% dello stesso, rappresentando direttamente il 6% e indirettamente il 15% dell’occupazione totale”, scrive il ricercatore Cnr nella sua introduzione del capitolo del libro appena pubblicato, e “proprio il turismo responsabile e sostenibile assume un importante significato, ancorché strategico: un turismo consapevole del suo impatto sociale, economico e ambientale presente e futuro, in grado di soddisfare le esigenze dei visitatori, delle comunità locali, dell’ambiente e delle aziende, soprattutto dopo la pandemia che ha stravolto il modo classico di fare turismo”.
“In Italia si registra una significativa ripresa già dal 2021 rispetto all’anno precedente con un +22,7% della voce internazionale e +21,6% di quella domestica. Certo, mancano ancora circa 23 miliardi di introiti dall’estero e circa 18 miliardi di spesa degli italiani, ma la strada intrapresa appare promettere risultati sempre più soddisfacenti, che porterà l’anno in corso, almeno relativamente ad alcune destinazioni (soprattutto riferite al “turismo delle radici”), a essere considerato un anno record per i movimenti turistici attivati in Italia, come confermano le proiezioni e le rilevazioni Istat, i dati dell’indagine alle frontiere della Banca d’Italia ed il forte e generalizzato aumento dei voli aerei, nonché le ricerche di alloggio registrato dai Focus realizzati ultimamente da Enit”, sottolinea Coviello che figura tra i docenti della formazione permanente nella “Summer School” organizzata a giugno 2024 dall’Università Cattolica del Sacro Cuore su “Luxury Tourism, Communication and Sustanaibility”.
“Negli ultimi anni il turismo sostenibile è cresciuto nel nostro Paese, con un’offerta sempre più ampia di servizi innovativi, che utilizzano terminologie quali green ed eco friendly. Le strutture ecologiche a basso impatto ambientale e i tour che valorizzano i prodotti biologici dei territori (tra cui quelli a ‘Km. Zero’), aumentano sempre più: spiagge plastic free, offerte di trekking che promuovono l’idea di un turismo lento a basso impatto, dimostrano che sempre più viaggiatori a livello mondiale ricercano la sostenibilità anche nell’offerta turistica”, continua l’economista.
“L’Agenda 2030 svolge un ruolo cruciale nell’orientare in chiave di sostenibilità le politiche per questo settore”, spiega l’economista. “Il 2017 è stato ufficialmente dichiarato dalle Nazioni Unite l’’Anno internazionale del Turismo sostenibile per lo sviluppo’. Eppure, nonostante l’interesse e l’attenzione ricevuta, molti studi dimostrano che il turismo resta in realtà poco sostenibile su scala globale. Nonostante tutto, anche nel settore dei viaggi e turismo, i consumatori italiani si dimostrano attenti all’ambiente, anche al punto di spendere maggiormente per soggiorni a minore impatto ambientale. Un importante dato emerso in una recente indagine è che la maggioranza degli italiani oggi sembra essere disposta a pagare un sovrapprezzo pur di potere usufruire di servizi e operatori che lavorano in maniera sostenibile. Circa la metà degli intervistati, infatti, dichiara di poter spendere entro il 10% in più, mentre circa il 20% si spingerebbe fino al 15-20% in più”, scrive ancora Coviello.
Il ricercatore Cnr evidenzia nei suoi studi il connubio tra sostenibilità, lusso e “radici” nell’ambito delle politiche turistiche sviscerate nell’ultima pubblicazione: “Il turismo del lusso offre ai propri clienti servizi rappresentati soprattutto da unicità e autenticità e, per questo, è considerato turismo di nicchia. La pratica del viaggio della categoria di tali consumatori non dipende solo dal livello dei loro redditi, poiché viene interpretato in modo diverso a seconda delle percezioni di ogni viaggiatore. (…) Le tendenze mostrano che i consumatori di lusso cercano motivazioni spirituali ed emotive più elevate, come il bisogno di appagamento interiore, la creatività, l’autostima, l’appartenenza e l’appagamento desiderio di viaggiare. (…) Proprio in questa ottica, negli ultimi decenni si è assistito ad un nuovo fenomeno: le visits home da parte degli italiani espatriati all’estero, degli oriundi, le visite estive di essi ai parenti lontani, il viaggio per la ricerca delle radici, le vacanze studio per imparare l’italiano o visitare i luoghi d’arte, solo per citarne alcuni. I nuovi migranti continuano la tradizione delle vacanze in Italia con i figli da nonni e parenti, anche per mantenere i rapporti nelle famiglie transnazionali”.
Anche il Turismo delle radici, quindi, così come più in generale l’”heritage tourism”, viene inquadrato nella domanda di esperienza e quindi intrecciato al turismo di lusso/ “esperenziale” laddove rappresenta una offerta turistica “emergente” che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (quali alloggi, eno-gastronomia, visite guidate, ecc.)
“Tale fenomeno viene identificato anche come “viaggi di ritorno”, un nuovo turismo emergente, quello delle radici (branca dell’”heritage tourism”), un’espressione per indicare un fenomeno che nasce con l’emigrazione, che in qualche modo si intreccia con le altre tipologie analizzate. “Una offerta turistica “emergente” che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore, quali alloggi, eno-gastronomia, visite guidate, ecc., la conoscenza della cultura d’origine e della storia familiare degli italo-discendenti e degli italiani residenti all’estero. Questa “nicchia” di viaggiatori avrebbe assunto per molti esperti e gestori pubblici una valenza strategica per le sorti del turismo internazionale in Italia. La fonte è rappresentata da una rilevazione dell’Ufficio Studi di Enit sui dati di Banca d’Italia: 10 milioni di turisti, 65 milioni di pernottamenti e 4 miliardi di spesa nel 2018. Con un trend in continua crescita>, puntualizza nella sua ricerca/pubblicazione Antonio Coviello, pubblicazione arricchita da tabelle, dati, grafici che tracciano un quadro puntuale ed asaustivo sul fenomeno emergente”.
“Giusto per comprenderne appieno la portata, in tale categoria turistica nel 1997 l’Enit (l’ente nazionale per il turismo, ndr) inseriva 5,8 milioni di viaggiatori che visitavano il nostro paese. Nel 2018, undici anni dopo, questo numero era aumentato a 10 milioni (+72,5%), con flusso economico calcolato in entrata pari a circa 4 miliardi di euro (+7,5% rispetto all’anno precedente)”, scrive l’economista, che conclude lanciando un appello alle “organizzazioni che sono chiamate ad investire in ‘pratiche sostenibili’, in linea con le opportunità offerte dalla crisi, per uscirne più forti e responsabili di prima. Anche le strutture ricettive di lusso hanno l’onere di sensibilizzare i propri ospiti in base a questi temi, anche se le tendenze attuali già favoriscono in larga parte le organizzazioni attente all’ambiente e alla comunità”, conclude Coviello.
Per informazioni:
Antonio Coviello
Cnr-Iriss
Via G. Sanfelice 8 – Napoli
a.coviello@iriss.cnr.it
0812470942
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