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Promosso dal Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale (DSU) e dal Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente (DSSTTA), il nuovo Gruppo di Lavoro interdipartimentale “Aree interne, territori marginali e ultraperiferici” nasce per rafforzare un approccio integrato alla ricerca sui territori a bassa densità, spesso segnati da processi di marginalizzazione e periferizzazione.
In una prospettiva processuale, infatti, le aree interne non sono una condizione originaria, ma l’esito di dinamiche sociali, ambientali e politiche che le hanno rese progressivamente più fragili e meno centrali nei sistemi di sviluppo. Per questo, diventa sempre più urgente ricostruire la geografia complessa di questi territori: i loro assetti ambientali, i contesti sociali, le traiettorie di trasformazione.
Il Gruppo di Lavoro, coordinato da Paolo Landri per il DSU e da Eros Manzo per il DSSTTA, riunisce competenze ambientali e sociali provenienti da diversi Istituti CNR, impegnati su temi chiave: paesaggio e patrimonio culturale, servizi ecosistemici, coesione territoriale, spopolamento, innovazione sociale, infrastrutture civiche, transizione ecologica e digitale.
Seguendo il principio di reciprocità tra scienze ambientali e sociali, il Gruppo promuove un approccio socio-ecologico capace di far dialogare metodi e strumenti di analisi diversi, valorizzando le funzioni ecologiche, culturali e di sussistenza che questi territori svolgono (o potrebbero svolgere) all’interno del sistema-paese.
L’obiettivo è duplice: da un lato, sostenere una lettura sistemica dei territori marginalizzati come sistemi socio-ecologici complessi; dall’altro, sviluppare strumenti di conoscenza e intervento che possano orientare processi di valorizzazione, innovazione place-based e rigenerazione inclusiva. In questa prospettiva, indagare la transizione ecologica implica necessariamente affrontare anche la sfida della transizione giusta, in grado di mitigare disuguaglianze e valorizzare le risorse endogene dei luoghi.