Intervista a Claudia Mattogno, Professore Ordinario di Urbanistica della Sapienza Università di Roma, sul progetto “Tecniche Sapienti. Progettiste e docenti delle facoltà di Ingegneria e Architettura di Roma Sapienza”.
D. Come è nato il progetto?
R. Il progetto “Tecniche Sapienti. Progettiste e docenti delle facoltà di Ingegneria e Architettura di Roma Sapienza” che coordino è nato per coprire un vuoto di visibilità nei confronti delle donne che hanno studiato, si sono laureate o hanno insegnato nelle facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Ateneo Sapienza.
La produzione culturale e progettuale delle donne in Italia fatica a essere riconosciuta, specialmente per quello che riguarda le discipline tecniche. E molti storici tradizionali continuano a pensare che non ci siano state donne nel campo della progettazione, se non a partire dalla seconda metà del Novecento. Ancora oggi sono pochissimi i nomi femminili all’interno dei manuali di storia dell’architettura e sulla stessa Wikipedia alla voce Architetti Italiani del XX secolo, su circa 200 voci, registra solo 24 presenze femminili!
D. Quali obiettivi si è posto il progetto?
R. Obiettivo della ricerca (finanziata con fondi Sapienza) è coprire un vuoto di conoscenza rispetto alle figure di ingegnere e architette che hanno partecipato alla vita dell’Ateneo. Conoscere, nominare, ricordare le prime che hanno studiato e praticato le discipline tecnico-progettuali, far emergere le loro collaborazioni, ristabilire le corrette attribuzioni nei lavori, costituiscono altrettanti passi fondamentali per ricomporre l’identità di genere, rinnovare la consapevolezza di uno specifico professionale, contribuire alla storia delle discipline e più in generale delle donne stesse.
D. Quale è stata la modalità di lavoro adottata per il progetto?
R. Abbiamo analizzato dati relativi a iscritte, laureate e docenti, individuato i loro campi di lavoro, distinguendo in attività liberali o presso amministrazioni, nell’insegnamento o nella carriera accademica. Abbiamo preso in esame progetti e opere, spesso attingendo ad archivi personali non ancora sistematizzati. Abbiamo intervistato i familiari di queste pioniere e in alcuni casi abbiamo incontrato qualcuna di loro, non senza emozione!
Abbiamo organizzato le loro storie seguendo delle scansioni temporali significative:
1910-1935. Le pioniere. Punto di partenza della ricerca non coincide con la fondazione dell’Ateneo, né con il 1817, anno di istituzione della Scuola di Ingegneria, ma con il 1910, quando la Scuola apre l’iscrizione delle donne come studentesse o uditrici.
1935-1946. Le madri. La seconda fase inizia nel 1936, anno in cui la Scuola si trasforma in Facoltà ed entra a fare parte dell’Università di Roma. Le donne sono solo qualche unità.
1946-1969. Le intraprendenti. La terza fase inizia nel 1946 quando il diritto di voto viene esteso alle donne assieme all’obbligo dell’istruzione primaria. La presenza delle donne nelle facoltà di Architettura e Ingegneria sale ad una decina per anno.
Il nostro lavoro al momento si ferma qui rimandando lo studio delle Affermate (1969-1980), delle Innovatrici (1980-2000) e delle Giovani (dopo il 2000) ad una prossima puntata!
Inoltre, ogni anno, il gruppo di ricerca organizza un ciclo di seminari sul tema ogni ultimo venerdì del mese.
D. So che la ricerca è incrementale e aperta alle collaborazioni.
R. Si, sul sito della Facoltà è possibile consultare la pagina del progetto e gli elenchi delle professioniste sia in ordine alfabetico sia cronologico. Il gruppo di lavoro è alla ricerca di informazioni sulle “Tecniche Sapienti” sia di tipo scientifico e progettuale (libri, articoli e saggi, brevetti, progetti e realizzazioni), sia di tipo biografico.
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