Il MARQ di Alicante offre interessanti spunti sul dialogo possibile tra tecnologia e cultura.
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Nel settore dell’innovazione tecnologica applicata alla fruizione del patrimonio culturale un esempio, non recentissimo, eppure di valore riconosciuto e consolidato, è fornito dal MARQ, Museo archeologico di Alicante [Foto 1-2], in cui sono ospitate, oltre ad esposizioni temporanee (come quella in corso, dedicata alle dinastie cinesi Qin e Han, che spaziano per quattro secoli simmetricamente distribuiti a cavallo della nascita di Cristo [Foto 3]), collezioni di reperti relativi alla preistoria, storia antica locale (iberica e romana), periodo medievale ed età moderna.
L’organizzazione del materiale esposto si giova di una pianta simmetrica [Foto 4] che consente, di per sé, una fruizione ordinata.
Oltre ad essere un’istituzione professionale e un importante spazio educativo, il Museo offre anche un’esperienza spettacolare e divertente, fornendo ai visitatori l’opportunità di conoscere i vari metodi e le tecniche associate all’archeologia. Descrizioni ‘immersive’ compaiono in tre gallerie appositamente dedicate a: Archeologia sul campo, Archeologia urbana e Archeologia subacquea. Diversi diorami, presentazioni audiovisive e interattive forniscono ai visitatori una visione dettagliata delle tecniche utilizzate dagli archeologi per scoprire il passato [v. video infra]. Inoltre, il museo dispone di vari spazi espositivi per mostre temporanee ed è dotato di una gamma completa di installazioni per intraprendere una varietà di progetti di indagine, conservazione, restauro, catalogazione e divulgazione.
Nel Museo le varie gallerie sono collegate da sezioni introduttive tematiche che danno continuità cronologica agli allestimenti e che sono arricchite da console interattive presso le quali è possibile accedere ad informazioni dettagliate sui siti, comprese le descrizioni degli oggetti archeologici esposti e le spiegazioni sui diversi modi di vita delle varie culture. Sono disponibili audioguide che, in alcuni casi – ossia se non si conosce lo spagnolo o il valenciano (uniche lingue presenti sulle didascalie non digitalizzate), sono indispensabili.
Video
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