La presentazione di un nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo contribuisce a valorizzare il ruolo dell’Unione Europea sull’equa ripartizione delle responsabilità degli Stati membri in tema di migrazione e asilo. Il CNR-IRISS proporrà nel 2021 attività seminariali di approfondimento.
Il 23 settembre 2020, la Commissione europea ha proposto un nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo. Il quadro europeo che il Patto si propone di instaurare si articola in una serie di obiettivi specifici, accomunati dall’esigenza manifestata dalla Commissione di conciliare i principi di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità in materia di migrazione e asilo.
In occasione della presentazione del Patto, il Vice-Presidente con mandato per la promozione dello stile di vita europeo lo ha definito “una casa con tre piani”, rappresentati rispettivamente dai rapporti con gli Stati di provenienza e transito, dalla gestione delle frontiere esterne e da meccanismi di solidarietà interni all’Unione che assicurino un’equa distribuzione delle responsabilità in materia di gestione dei flussi migratori.
Per quanto concerne in particolare la dimensione esterna delle politiche migratorie dell’Unione, il Patto si propone di rafforzare la cooperazione con gli Stati terzi tramite azioni che includono (tra l’altro) il sostegno ai Paesi di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, l’assistenza allo sviluppo economico, il contrasto al traffico di migranti, la cooperazione in materia di rimpatri e la creazione di percorsi legali di immigrazione.
Nell’ambito della gestione delle frontiere esterne, il Patto raccomanda una pronta attuazione del Regolamento UE 2019/1896 del 13 novembre 2019 relativo alla guardia di frontiera e costiera europea (il quale ha istituito un corpo permanente della guardia di frontiera e costiera europea dotato di poteri esecutivi) e la realizzazione entro il 2023 di sistemi informatici in grado di dialogare tra loro al fine di registrare gli ingressi di migranti e richiedenti asilo.
In relazione infine all’obiettivo di garantire una piena solidarietà tra Stati membri, il Patto indica sia azioni da intraprendere in situazioni identificate come “crisi” sia una strategia strutturale di gestione dei flussi di migranti e richiedenti asilo verso il territorio dell’Unione. In questo contesto, è possibile richiamare ad esempio le proposte della Commissione in materia di riforma delle politiche in materia di migrazione economica.
La Commissione si propone tra l’altro di provvedere a una revisione della direttiva 2003/109/CE sui soggiornanti di lungo periodo (allo scopo di rafforzare la loro libertà di circolazione all’interno dell’Unione) e a una revisione della direttiva 2011/98/UE sul permesso unico (per semplificare le procedure di ingresso e soggiorno relative ai lavoratori scarsamente e mediamente qualificati).
Nel Patto, inoltre, la Commissione propone l’adozione un insieme di normative europee che comprendono – tra le altre – un regolamento che introduca una procedura di screening di cittadini di Stati terzi alle frontiere esterne, un regolamento sulla gestione di asilo e migrazione in sostituzione dell’attuale Regolamento Dublino, e l’adozione di un regolamento riguardante situazioni di crisi e forza maggiore in campo di immigrazione e asilo.
Una menzione particolare, infine, merita la duplice considerazione da parte della Commissione del legame tra migrazione e sviluppo. Da un lato, infatti, il Patto ribadisce il ruolo chiave dei programmi di assistenza allo sviluppo economico degli Stati terzi in un’ottica di riduzione dei flussi di emigrazione. Nel Patto, in particolare, la Commissione osserva che “gli sforzi volti (…) a ridurre la povertà e le disuguaglianze e promuovere lo sviluppo umano, l’occupazione e le opportunità economiche (…) possono contribuire a far sì che tutti i cittadini sentano che il proprio futuro è a casa propria”.
Dall’altro lato, l’obiettivo di attirare sul territorio dell’Unione migranti per motivi economici – perseguito tramite le già menzionate iniziative legislative – risulta nel Patto chiaramente motivato dalla consapevolezza del “contributo dei migranti che soggiornano legalmente alla riduzione delle carenze di competenze e all’aumento del dinamismo del mercato del lavoro dell’UE”.
Il CNR-IRISS proporrà, nel corso del 2021, una serie di attività seminariali di lavoro sui temi oggetto del nuovo Patto, collegate all’EULab – Summer School on Labour Migration in the European Union (Programma Erasmus+ dell’Unione Europea) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.