Il Mercato Meraviglia del Coordinamento, le Scalze, di Montesanto, il laboratorio su Paesaggio Interiore e Tecnologie del Sé dell’Ex-OPG sempre a Materdei, vengono presentati come testimonianza dell’efficace riposizionamento strategico delle lavorazioni dell’Artigianato Artistico per lo sviluppo del territorio.
Sulla base delle esperienze di ricerca condotte nell’ambito del Progetto RICArt, il presente studio offre la descrizione di alcuni casi, in cui iniziative in ambito artigianale e creativo, basate sulla libera partecipazione, si incrociano con quelle che progettano il riutilizzo di luoghi abbandonati, e con alcune ipotesi di creazione di impresa in diversi ambiti produttivi (design, mobili e arredamento).
Il lavoro porta in evidenza il forte nesso tra Artigianato e Comunità, quale indissolubile legame ai fini di uno sviluppo locale per self-discovery.
La lettura dei casi mette in evidenza alcune aree ad elevato potenziale imprenditoriale (entrepreneurial discovery) nell’area urbana di Napoli e, in esse, il ruolo critico dell’artigianato artistico. Laddove, accompagnare il processo di emersione dell’idea imprenditoriale, più che di avviare processi innovativi, risulterebbe la risultante spontanea del fare Comunità.
In particolare, tra le principali funzioni del Mercato Meraviglia, c’è quella di riaprire all’uso dei cittadini-residenti un luogo di pregio, altrimenti inutilizzato. Poi, di averlo utilizzato, organizzato come ambito di partecipazione sociale e scambio di conoscenze, quindi, di aver stabilito, attraverso i momenti di mercato, linee di dialogo tra artigiani-artisti e giovani designer, locali ed esterni al contesto. Infine, quella di accompagnamento allo start-up di nuove attività.
In ciascuno di questi ambiti di azione, sarebbe, a questo punto, possibile trovare gli interlocutori per facilitare l’avvio di progetti di sviluppo del territorio. In primis, le Istituzioni locali con responsabilità sull’utilizzo e sfruttamento dei beni del patrimonio culturale.
Negli altri due casi, accomunati dall’esser stati già riconosciuti dalle Istituzioni locali come atti all’uso civico dei luoghi, i laboratori artigianali sarebbero in grado di attivare circoli virtuosi più ampi a livello di welfare sociale. Tra i più grandi vantaggi c’è infatti quello dell’avvicinamento dei giovani residenti al mondo produttivo. In questi casi l’artigianato è risorsa critica perché partecipa al processo di emersione delle preferenze. In quest’ambito, l’interlocutore istituzionale privilegiato per l’avvio di progetti utili al territorio non sarebbe solo quello preposto al land use, ma anche quelli che sovrintendono alle dinamiche del mondo lavorativo e produttivo.