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Bradisismo e terremoti: dal Cnr-Iriss una proposta per l’area flegrea

06 Oct 2023

Diminuire significativamente la popolazione residente nella zona rossa (600mila persone), adottare uno schema di evacuazione progressiva che inizia da una piccola area considerata a maggior rischio, evacuare, almeno temporaneamente, gli edifici localizzati entro 1 chilometro e mezzo dall’area di Solfatara-Agnano, vale a dire nella zona in cui si producono i terremoti maggiori, per verificare l’agibilità e la capacità di resistenza degli edifici ad altre scosse maggiori. Sono queste alcune delle proposte al centro del seminario che si è tenuto venerdì 6 ottobre u.s. nel Circolo Savoia di Napoli sul tema “Fenomeni bradisismici dei Campi Flegrei e mitigazione del rischio vulcanico”, organizzato dal R.Y.C.C. Savoia in collaborazione con Rotary International Club Napoli Est e Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Iriss) del Cnr.

Dopo i saluti introduttivi dei presidenti organizzatori – Fabrizio Cattaneo della Volta (R.Y.C.C. Savoia), Angelo Coviello (Rotary Club Napoli Est) e del professor Massimo Clemente, direttore del Cnr-Iriss, sono state presentate le relazioni di Antonio Coviello (ricercatore/economista del Cnr-Iriss e docente universitario), Adriano Giannola (presidente SVIMEZ) e Giuseppe De Natale (dirigente di ricerca INGV ed associato al Cnr-Ino). Al centro dell’analisi dei ricercatori, la situazione circa il pericolo di una eventuale eruzione in area flegrea e la proposta di un nuovo piano di evacuazione.

“Occorre studiare subito un piano di evacuazione specifico per il rischio flegreo che si prefigura molto complesso, rappresentato dal rischio eruzione” ha affermato Antonio Coviello, che coordina un team di esperti tra vulcanologi dell’Ingv, geologi dell’Enea, urbanisti, giuristi ed economisti dell’Istituto napoletano, gruppo impegnato da anni in un progetto di ricerca scientifico nello studio dei rischi da calamità naturali. “La soluzione razionale a questo problema, vista la scarsa affidabilità dei metodi di previsione delle eruzioni, specialmente in quest’area dove sono già state fatte in passato due evacuazioni (1970 e 1984) tecnicamente classificabili come ‘falsi allarmi’, è sicuramente quella di diminuire significativamente la popolazione residente nella zona rossa (600.000 persone). Ed, inoltre, adottare uno schema di evacuazione progressiva, che inizia da una piccola area considerata a maggior rischio, per poi allargarsi o restringersi a seconda dell’andamento dei fenomeni potenzialmente precursori di eruzioni. Una evacuazione repentina e non programmata appare irrealizzabile ed economicamente insostenibile, dal momento che costerebbe oltre 30 miliardi di euro, così come abbiamo calcolato”.

“Riorientare l’area metropolitana di Napoli e specie la zona dei Campi Flegrei verso le aree interne della Campania sfruttando la direttrice della moderna rete ferroviaria in via di realizzazione fra il capoluogo campano e Bari con un progetto di medio e lungo periodo: politiche del territorio lungimiranti, non con ‘deportazioni’ o ‘desertificazioni’ ma puntando ad un riequilibrio utilizzando pure le Zes”, ha aggiunto il presidente dello Svimez Adriano Giannola, che ha firmato la prefazione del volume presentato per l’occasione dal titolo “I rischi catastrofali. Azioni di mitigazione e gestione del rischio” scritto da Antonio Coviello e Renato Somma, pubblicazione che raccoglie i contributi di una decina di studiosi della materia edita da Cnr Edizioni nella Collana scientifica “Studi e ricerche per l’innovazione, diretta dal professore Massimo Clemente.

Il direttore del Cnr-Iriss Massimo Clemente, nel suo intervento introduttivo ha evidenziato che “a medio termine servono politiche territoriali di riequilibrio tra fasce costiere e aree interne”; mentre Giuseppe De Natale (Ingv e Cnr-Ino) ha affermato che “Oggi nell’area flegrea il più grave ed urgente problema è la sismicità, che seguendo il continuo sollevamento del suolo, che a sua volta riflette un progressivo aumento di pressione interna del sistema, sta aumentando, sia in frequenza che in magnitudo massima. L’unica soluzione immediata per scongiurare tragedie, anche perché gli edifici sono strutturalmente sempre più provati dalle continue scosse, con magnitudo crescente, è evacuare, almeno temporaneamente, gli edifici localizzati entro 1.0-1.5 km dall’area di Solfatara-Agnano, ossia nella zona in cui si producono i terremoti maggiori, per verificarne l’agibilità e la capacità di resistenza ad altre scosse maggiori”, ha proposto il vulcanologo.

All’incontro sono intervenuti anche l’assicuratore Angelo Coviello, presidente del Rotary Club Napoli Est, che ha trattato l’attuale tema delle coperture assicurative contro i danni da calamità naturali, e l’Avv. Fabrizio Cattaneo della Volta, presidente del Circolo Savoia, che ha ricordato il ruolo dei circoli nautici e della risorsa mare nei territori.

Per informazioni:
Antonio Coviello
CNR – Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo
Via G.Sanfelice 8, Napoli
a.coviello@iriss.cnr.it
081/2470942

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